domenica 15 dicembre 2013

La lettera di Giulio

Non ho smesso di amarti, scusa. So che non vuoi essere amato, ma è inevitabile da parte mia. Non mi è passata, non può passarmi così. Eravamo perfetti, e lo sai. Eravamo complementari, le due fazioni che insieme formavano un essere perfetto e completo. Insieme nessuno poteva fermarci. Ho così tanto cose da dirti, ma so che non mi ascolterai. Il cuore mi si scioglie pensandoti.
Ti sogno ancora, sogno tutto quello che abbiamo passato e che insieme avremmo potuto passare, ma i sogni non mi bastano più. Non sono più il bambino che ti correva dietro e che sperava di essere notato, tu mi hai dato di più realmente. Adesso voglio quel più, i sogni non mi permettono di essere felice, anzi. Dormo ogni notte con il cuscino bagnato e mi sveglio col desiderio di vederti entrare da quella porta.
Non ti ho detto tutto quello che volevo dirti, non me ne hai dato il tempo. Probabilmente anche tu non mi hai detto tutto, allora perchè non sei qui? Ho bisogno di sapere tutto di te, voglio che mi racconti tutto, voglio essere parte di te, con te. Non puoi andartene così e sperare che mi passi così. Non voglio sentir ragioni, ho bisogno di parlarti e lo farò a qualsiasi costo.
Non ti ho nemmeno salutato, ti rendi conto di quanto sia ingiusto? Un saluto me lo devi, è educazione! Anche solo per quel saluto, per quel desiderio, verrò da te. Mi DEVI delle spiegazioni, è doveroso non credi? No, non convincermi ad andare avanti. Non amerò nessuno come ho amato te e lo sai.
Arrivo, fatti trovare al cancello. San Pietro non mi permetterà di entrare.

Non tutti sono forti come te. Hai davvero tutta la mia stima. Ti mando un bacio, un abbraccio o tutto quello che vuoi. So che non leggerai questo post a te dedicato, ma forse... è meglio così.

sabato 14 dicembre 2013

1000 Words have never been spoken


I know that you're hiding things
Using gentle words to shelter me
Your words were like a dream
But dreams could never fool me
Not that easily

I acted so distant then
Didn't say good bye before you left
But I was listening
You'll fight your battles far from me
Far too easily

Save your tears 'cause I've back
I could hear that you whispered as you walked through that door
But still I swore to hide the pain when I turned back the pages
Shouting might have been the answer

What if I cried my eyes out and begged you not to depart
But now I'm not afraid to say what's in my heart

Oh a thousand words
Have never been spoken
They'll fly to you crossing over the time
And distance holding you
Suspended on silver wings

And a thousand words
One thousand confessions
Will cradle you
Making all the pain you feel seem far away
They'll hold you forever...

The dream isn't over yet
Though I often say I can't forget
I still relive that day
You've been there with me all the way
I still hear you say, "Wait for me I'll write you letters"

I can see how you can stand there with your eyes to the floor
But still I swore to hide the doubt when I turned back the pages
Anger might have been the answer

What if I hung my head and said that I couldn't wait
But now I'm strong enough to know it's not too late

'Cause a thousand words
Called out through the ages
They'll fly to you
Even though we can't see
I know they're reaching you
Suspended on silver wings

Oh a thousand words
One thousand embraces
Will cradle you
Making all of your weary days seem far away
They'll hold you forever...

Oh a thousand words
Have never been spoken
They'll fly to you
They'll carry you home and back into my arms
Suspended on silver wings

And a thousand words
Called out through the ages
They'll cradle you
Turning all of the loving into only days
They'll hold you forever...

lunedì 2 dicembre 2013

Cara sorella

Eri speciale. Mi venivi incontro quando tornavo a casa, ti prendevo in braccio e ti stringevo fortissimo. Eri contenta. Mi sorridevi, nel modo che solo tu sapevi fare. Giocavamo insieme, anche i litigi non mancavano. Ti sgridavo spesso. Eri anche sovrappeso. Tenerti in braccio era faticoso ma mi piaceva lo stesso. Mi riempivi di baci. Nei momenti cupi, quando io piangevo, sembrava quasi che tu apparissi e venissi a consolarmi. Portavi via le mie lacrime. Ti ho visto crescere. Scherzavi anche, eri brava. Mi facevi sempre sorridere anche quando stavo giù. Eri buffa e correvi in modo buffo. I tuoi occhi sempre lucidi mi affascinavano, ti baciavo spesso anch'io. Mi scaldavi il cuore. Un solo sguardo tuo mi faceva sciogliere. Non ho mai resistito al toccarti. Eri la piccola di casa, eri quella viziata. Eri ingorda ma mi piaceva vederti mangiare. Mi piaceva anche quando tu e tua madre vi lavavate a vicenda. Se una giornata andava storta potevo si confidarmi con i miei, ma tu eri sempre lì ad ascoltarmi e a capirmi. E non abbiamo mai parlato la stessa lingua, ma ci volevamo davvero bene.  Avevi paura di tante cose. Ti ho sempre vista una fifona. Invece ora, forse capisco che eri coraggiosa nei punti giusti. Eri anche tonta. C'erano tante cose che non capivi, la tua ingenuità era la tua forza. E la tua ingenuità ti è stata fatale. O il tuo coraggio. Ciao piccola.

lunedì 25 novembre 2013

Non posso essere amato perchè... parte 3

Con questa parte finirò il discorso.
Dicevo che lo approcciò sessualmente, a Sempronio, e gli disse pure di non dirmi nulla. Ovviamente Sempronio non aveva colpe, era single e poteva fare quello che voleva. Infatti non me la sono mai presa con lui. Scoprii qualcosa.
Capii finalmente, dopo un mese dall'accaduto, che Sempronio gli piaceva. Così, senza che mi dicesse nulla. Forse perchè ne parlava sempre più spesso, senza mai confessarmi la cosa, ovviamente. Se devi tradirmi fallo fino in fondo, e non dirmi nulla. Era un venerdì, me lo ricordo come fosse ieri. Venerdì 21 Gennaio 2011. Eravamo a letto, dopo che ci eravamo stuzzicati di bacini e coccole. Lui, come al solito, prende il discorso di Sempronio. Ho ricollegato tutto, e glielo chiesi. "Ti piace vero?". "Noo macchè, è solo un amico. Mi piace come amico" mi disse. Ne parlammo tutta la sera.
Quella sera tra lacrime e pianti, ci lasciammo. Dovetti tirare con le pinze quella confessione, del fatto che gli piaceva. Lo dovetti quasi incastrare. Le verità, a Tizio, la devi estorcere. Letteralmente.
Lui pecca ma non sa di peccare. E quando pecca, e sa di farlo, nasconde tutto.
Altre volte gli estorsi delle dichiarazioni. Una volta parlò con un suo amico e chiacchierarono sul come sarebbero stati se fossero stati insieme. Tranquillamente, in amicizia. Quando prima, si erano già avvicinati dal lato sentimentale\sessuale. L'amico suo, mentre stava con me, gli chiedeva di fare porcate, gli lanciava frecciatine. Ed io dovevo accettare tutto questo, perchè erano amici. Ho sempre dovuto accettare tutti i suoi amici che si erano avvicinati a lui tramite un cazzo di sito di incontri. Per la cronaca, questo è flirtare.
Lui pecca ma non sa di peccare. E quando pecca, e sa di farlo, nasconde tutto.Tutte le cose che sapevo di lui, mi resi conto di avergliele estorte. Se non gli facevi le domande esatte, lui non pensava a dirtele. É normale che a quel punto mi viene in mente che non mi dice tutto, e che non me l'ha mai detto. Ricordo che delle volte gli facevo delle domande assurde, appunto per vedere se mi nascondeva cose. Non posso sta co st'ansia, assolutamente.
Il giorno dopo andò di nuovo da Sempronio. Ed io da Caio.
Io non feci nulla, ero davvero distrutto. Piansi tutto il tempo, appoggiato a Caio.
Lui, distrutto com'era, si diede da fare. Era libero ormai. Per dire quanto gli importasse di me.
Continuammo a sentirci. Disse che io e Sempronio gli piacevamo alla stessa maniera, che era indeciso. Con uno stai 3 anni, ma con l'altro gli tirava più il cazzo, probabilmente. Scelta ardua.
Scelse lui. Me ne accorsi quando mi raccontò del tradimento, probabilmente non aveva nulla da perdere e voleva togliersi questo peso dalla coscienza. Me ne accorsi quando io lo aiutai a scrivere una lettera a Sempronio piena di affetto. Io. Il suo ex.
Insomma, per dirla breve, non posso essere amato perchè mi sono fidato ed ho amato un completo deficiente, che ha il tatto di un'orca assassina in piena fase ormonale.
Non mi fido e non voglio più fidarmi di nessuno che mi dica "Ti amo".

lunedì 11 novembre 2013

Non posso essere amato perchè... parte 2

A cosa ero rimasto? Ah sì, che non ero suo. Che poi non era vero. Volevo solo fargli vedere che non ero suo, che ero adulto quanto lui e che anch'io potevo trombare con altre persone. Infatti successe solo una volta, a me, mentre a Tizio una volta non bastava. Infatti, mentre ero in sicilia non si fermò ad una volta sola con Caio. La cosa che mi fa più ridere e che Tizio mi aveva più volte raccomandato della brutta piega di Caio. Caio era una persona "brutta e cattiva", ti prende e ti lascia, lo fa solo per sesso. E se lo scopa due volte.
Dicevo che non volevo essere suo, ma lo ero. Insomma, 14-23 anni si sentono. Torniamo a noi. Insomma, si intristisce e decide di provare a fare un passo in più. Mi bacia. Qualche giorno dopo, a casa sua, facciamo quel sesso talmente travolgente, piena di abbracci, coccole e baci, che mi sembra quasi di aver fatto l'amore. Pensate, addirittura, che anch'io arrivai al coito. Insomma, le cose sembravano andar bene. E ci scoprì la madre. Iniziammo quindi a vederci a casa mia, entrando come amico (che poi, quello era).
Un giorno, non ricordo bene quale, era mattina. Entrò di botto nel rustico, dove prima avevamo il pc. Ed io lì stavo. Quasi col fiatone mi chiese di metterci insieme. Avevo 15 anni (un anno di inculate selvaggie saranno serviti a qualcosa, mi son detto). Un barlume s'era acceso, era ovvio come ho risposto. Avevo 15 anni ed ero fondamentalmente stupido. Quel pomeriggio, dello stesso giorno della proposta (e dell'essersi messi insieme) venne una mia vecchia fiamma, a casa. Dovevo dargli delle cose dal mio pc alla sua pennetta. Eravamo soli a casa, e presi dalla situazione nel rustico, ci siam dati da fare. Quella sera, come un cane bastonato, guardavo Tizio. E gli raccontavo l'accaduto. Ancora oggi non so dirmi perchè l'ho fatto.
Ci rimase male, ovviamente. La mattina dopo confermammo l'essersi messi insieme. Lo confermammo con quel giorno, quello dopo, per non avere "Brutti ricordi".
Iniziammo a raccontarci tutto, eravamo una coppia ormai. Certo, non lo sapeva nessun'altro. Ma noi sì.
Iniziò a raccontarmi delle sue esperienze passate. Donne, uomini, aveva visto più piselli che patate. Alla faccia dell'etero. Ed io mi arrabbiavo. Forse per possessività. Oppure perchè loro non avevano passato i miei periodi alle medie, quelli da frocietto. Eppure tra ragazzi si divertivano ugualmente, e mi faceva rabbia. Era ingiusto.
Uno in particolare mi rimase impresso. Un certo Sempronio. Con lui andò ben oltre il gioco di mani, o di bocca. Passò vari mesi ad incularselo regolarmente, ma attenzione: erano entrambi etero. Che non si dica in giro che ho avuto un fidanzato finocchio. Poi, preso dalla paura, un giorno lo allontanò CosìSenzaMotivo.
Il tempo passava, i 16 e i 17 anni passarono tranquillamente. O almeno così pensai. Fatto sta che ogni volta che mi parlava di Sempronio mi saliva la rabbia come il caffè la mattina. E ne parlava spesso!
Un giorno mi raccontò di averlo reincontrato, Sempronio. E di avergli chiesto scusa. Ben venga, mi son detto. Inizia a rifrequentarlo, io manco lo volevo vedere (ovviamente). Inizia ad invitarlo fra i nostri amici, quelli delle carte. Inizia ad andarci a casa una volta ogni tanto, per una chiacchierata, inizia a metterlo ovunque come il sale. Andiamo a Roma e quasi lo obbliga a venire con noi, tanto insisteva. Certo, c'è il tuo ragazzo affianco, invita un tuo vecchio scopamico a farci compagnia. Invitalo anche più volte se lui declina, tanto a te non importa ne di me ne di lui. A te importa di te. Mi parla di lui e se non sta con me sta con lui. Ci messaggia giorno e notte. Tutto quello che a me dava fastidio, a lui non importava. Io non lo volevo appresso, ci stava sempre ormai e ogni volta che lo vedevo pensavo a Tizio che se lo inculava, e si divertiva. Non li pensavo come una coppia, perchè non lo erano mai stati. Li pensavo ad entrambi in quel gesto, a divertirsi e basta. Mi faceva schifo. Ma a Tizio questo non importava. E non gli importò neanche quando, l'ennesima volta che andò a casa sua, provò ad approcciarlo sessualmente. No, non gli importò nemmeno di dirmelo anzi, chiese a Sempronio di star zitto.
Mi astengo ormai a dare giudizi, chi sono io per farlo? Per questo lascio i giudizi a voi. Le parole stanno a zero. Fine parte seconda.

sabato 9 novembre 2013

Non posso essere amato perchè...

Spesso mi chiedono perchè sono "Colui che non può essere amato" o perchè sto ricorrendo a degli antidepressivi. Risponderò una volta per tutte. A rate, visto che la storia è lunga.
Quando ho iniziato la mia prima storia, più o meno a 14 anni, ero spaesato e confuso. Non avevo nessuno con cui parlare poichè ero il classico "frocietto" preso di mira a scuola. Inutile dire che, anche fuori scuola, non avevo molto successo. Fatto sta che aprì una fumetteria e mi ci immergei con tutte le scarpe. Il clima cotonato lì dentro mi faceva sentire al sicuro, e il proprietario, vuoi per vendere, vuoi perchè gli facevo tenerezza, mi dava sempre corda nel parlare. Lì dentro era impossibile prendere di mira qualcuno, così iniziai ad avere le mie prime amicizie. Tra di loro, c'erano Tizio e Caio. Giocavo con loro a D&D e mi divertivo molto. Mi piacevano pure, entrambi. Fatto sta che rompo il ghiaccio con Tizio e gli confesso la mia omosessualità. Era la seconda persona, fuori dalla famiglia, che lo sapeva. 14 Anni.
Tizio mi confessò, dalla sua, altre esperienze. Iniziamo a frequentarci. Arrivò il giorno in cui, stando da solo a casa, lo invitai per farmi compagnia. Una cosa tira l'altra, mi ritrovai col suo coso tra mano e bocca. Sembrava soddisfatto e la cosa piaceva anche a me. Se non potevo essere accettato, mi sarei fatto accettare per le buone cose che facevo. Gli chiesi un bacio, si allontanò bruscamente. Mi disse che il bacio è il sigillo che conferma l'amore, o puttanate simili, e che lui non provava quelle cose per me. Me lo disse mentre avevo il suo coso in mano. 14 Anni.
Non era soddisfatto abbastanza, tantochè si alzò dal divano, mi prese le gambe, e mi penetrò nel mio primo rapporto anale. Inutile dirvi che non volevo. Ci provai più volte a dirgli di no, ma lui insistette tanto. Farò piano. Sarò dolce. Si vede che per lui ero solo un ragazzetto carino, uno da trombare. Anche da sverginare, se necessario. La dimostrazione fu quella dopo, dove, mentre mi penetrava ed io mi tenevo le parti intime coperte (il suo membro non reggeva il confronto con il mio, nei suoi 8 anni di differenza, quindi mi vergognavo) gli chiesi di nuovo un bacio. Declinò amabilmente, col suo pene nel mio retto. La serata finì con lui che mi chiese scusa dopo che lo volli cacciare di casa. Sotto la doccia, mi sentii una puttana, che scopava con gli altri senza baciarli. 14 Anni.
Continuò così per mesi. Io, la sua sgualdrina, che non si eccitava affatto in quei rapporti ma lui, il beneficiario, non se ne accorgeva. Faceva quello che voleva fare, e quello bastava. Andai per una settimana in vacanza dai miei, in sicilia. In quella settimana Tizio si divertì con Caio, visto che col pisello nelle mutande proprio non sapeva starci. Tornai un po' amareggiato, ma la situazione continuò ancora. Nel frattempo, iniziai a sentirmi con Caio, successivamente ci fu anche un rapporto. Quella sera, quella del rapporto con Caio, Tizio mi disse di essere triste. Notò che non ero più cosa sua.
Non voglio fare la vittima, voglio solo raccontarvi la mia storia.
Fine parte prima.

lunedì 14 ottobre 2013

Ciao Luna

Qualche settimana fa Luna è scappata. Sono fermamente convinto che sia stato per un rumore forte in casa. L'abbiamo cercata invano, molti dicono che sia stata investita davanti ad un pub. Dal conto mio è doveroso un saluto: è stata praticamente una sorella. Finchè non la rivedo, viva o morta che sia, voglio ricordarla così. Con quella faccetta da culo, le zampette corte e il suo enorme peso. Non correva, lei zompettava. Come i conigli che amo tanto. Con il suo buffissimo modo di fare di sedersi e trascinarsi con le zampe anteriori. E con i suoi ululati, che facevamo a gara a chi si stancava prima. Pigra com'è, si stancava sempre lei. E quando gli lanciavo la pallina, che lei andava subito a prendere. L'ottanta per cento delle volte non la lanciavo davvero, ma lei partiva uguale. Ti leccava sempre, se provavi a muoverti metteva una zampa sulla parte interessata per non farla più muovere. Perdeva tanti peli, ma io l'abbracciavo uguale. Mia madre urlava disperata attraverso le mie magliette strapiene di peli bianchi, ma vabbè. Catturava anche le lucertole, pensa. Le uccideva e le lasciava sull'uscio della porta, come a donarcele.

Ciao Luna, manchi tantissimo.

lunedì 23 settembre 2013

Il corpo somatizza i malesseri dello spirito


Il nostro corpo somatizza nella sua materia quello che lo spirito subisce in tutta la nostra anima, quello che il nostro inconscio tace, lo urlano le nostre malattie dolori e malesseri. La malattia è un conflitto tra la personalità e l'anima.
Quando ti manca calore affettivo, basta una minima frescata di vento freddo e subito prendi un raffreddore. Il raffreddore "cola" quando il corpo non piange. Forti mali di schiena (ovvio non causati da un peso caricato male) ti dicono che stai subendo un dolore, porti con te un peso un trauma una tristezza immensa; il mal di gola "tampona" ti assale sicuramente quando hai tanti dolori da sfogare ed afflizioni da dire e non hai con chi confidarti. Quando una persona non la sopporti, non la digerisci e la devi sopportare ti viene acidità allo stomaco, le coliche spesso sono rabbie accumulate che non riesci a sfogare.
Il diabete "invade" quando la solitudine ti attanaglia. Il cancro ti divora come l'odio che corrode l'amore mancato. Il corpo ingrassa quando sei insoddisfatto o dimagrisci quando ti senti logorato. Dubbi preoccupazioni e ansietà ti portano via il sonno e soffrirai di insonnia. Se non trovi un senso alla tua vita la pressione del cuore rallenta o accelera quindi ipotensioni e pressioni alte al cuore sono sbalzi che ti condizionano l'umore e le forze. Il nervosismo aumenta i respiri, come se ti mancasse l'aria, dando dolori al petto ed emicranie (molti fumatori prendono aria extra dal fumo fatidico ed effimero che li rilassa in maniera compensatoria ma illusoria). La pressione sale quando la paura imprigiona. Quando ti senti sopraffatto di un problema e sei al limite, allora la febbre ti assale, le frontiere dell'immunità sono all'erta. Le ginocchia dolgono quando il tuo orgoglio non si piega. Le artrosi vengono quando la tua mente non si apre, sei troppo rigido e i muscoli ti si contraggono. I crampi indicano che stai subendo una situazione ai limiti della sopportazione. La stitichezza ti indica che hai residui nel tuo inconscio, hai segreti che ti otturano (quanta merda ci teniamo dentro che non è utile) e non trovi chi ti comprenda senza giudicarti. La diarrea è un atto di difesa dell'organismo che vuole eliminare ciò che percepisce come dannoso (come il vomito) vale per i virus ma anche per le situazioni, i sentimenti... forse chi ha diarrea non riesce a trattenere o ad assimilare.
La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino. Ascolta il tuo corpo ed impara a guarire con il tuo spirito, non c'è altra medicina che la tua stessa natura non possa darti. E' ovvio che non generalizziamo, non è un catalogo farmacologico ma una linea guida... chi una preoccupazione la somatizza nella testa (emicrania) chi nello stomaco (indigestione).
 

sabato 21 settembre 2013

La sparizione di...

È sparito! Come chi? Quello là... Come si chiamava? Quello lì... non si trova più. Coso là. Non me ricordo.

Aiutami a ricordare... stava in classe nostra, in un angolo buio della stanza. A pensarci la stanza era tutta illuminata, ma quell'angolo mi pareva più buio del resto. Aspè, non ricordo mica se stava in classe nostra! Comunque aveva i capelli... corti... gli occhi, due mi pare. Ah sì, aveva anche la bocca. Vestiva sempre molto... o troppo poco, non ricordo. Parlava e straparlava del nulla, anzi non so neanche se parlava la nostra lingua... forse era straniero. Effettivamente nessuno gli dava mai corda.
È una di quelle persone che arrivano, se ne vanno, e manco te ne accorgi.
Rimane il vuoto, quel vuoto che non si colma di nulla. Nè un espressione, un ricordo, un sorriso. E chi se lo ricorda? Li avrà avuti tutti, i denti?
È sparito, o è addirittura morto. Quello là, quello che nessuno ricorda. Sarà esistito veramente? Magari non esisteva veramente. Se nessuno ti ricorda sei veramente esistito?

Basta. Non esisto.

mercoledì 18 settembre 2013

From: http://zenpencils.com/comic/103-c-s-lewis-to-love-at-all/#.Ujip8BMXMsQ.facebook

sabato 14 settembre 2013

Vacanze mai iniziate

Caffè, Gelato. Amaro, dolce. Alcolico, analcolico. Freddo, tiepido e bollente.
Che intro idiota.
Breve aggiornamento per quei miei appassionatissimi fanZ che mi cercano tutti i giorni, che stanno lì a dirmi "Quando aggiorni? Quando scrivi? Perchè scrivi? Perchè non chiudi sto merda di blog, che tanto fa schifo e non lo legge nessuno?". Ho scoperto che i miei fanZ, oltre che immaginari, sono pure stronzi. Bon.
Sono tornato e con me torna tutta l'allegrEZZA che vi portavo con tutti i miei post :D la stessa allegrezza che ha fatto suicidare chiunque leggesse i miei post istiganti il suicidio (y).
Esco esco esco. Magno magno magno. Dormo dormo dormo. Non faccio altro, dovrei vergognarmi di me stesso. Ah sì, Canto pure.
E dopo questa me ne vado.
E visto che è sempre più di moda, vi dico che vi amo tutti, così siete tutti contenti. Buonanotte.

martedì 3 settembre 2013

NonSoComeChiamareQuestoPost

Max Pezzali si lascia con la moglie, dopo un matrimonio durato 8 anni. Dopo tutte quelle canzoni piene d'amore per lei. No, non state leggendo Di più TV e nemmeno Cioè. State leggendo il mio blog, che non ha mai parlato di gossip e mai ne parlerà. Solo che una cosa ha attirato la mia attenzione...

"Sembra che il matrimonio tra i due sia iniziato a scricchiolare dopo un presunto tradimento di Pezzali con una ballerina, Eleonora Espago, sebbene le indiscrezioni siamo sempre state negate da parte dell’artista."
Non sarà che il mio ex, grande fan del sopracitato, lo abbia voluto seguire in tutte le sue performance?


mercoledì 28 agosto 2013

Incubo

Stanotte non m'acquieto
mente infestata, piena,
una madre t'assale come nemico,
un padre non trova un pregio,
un fratello t'abbandona,
un amico sparisce,
un'amica t'umilia,
un ex che torna,
un amore non ti ricambia.
Fortunatamente solo una è vera.

venerdì 16 agosto 2013

Angelo caduto

Mi hai donato un paio d'ali
per stare a passo con te.
Sembravo lontano da tutti i mali,
intorpidito, assuefatto, non più me.

Cinque anni luce
nella direzione sbagliata.

mercoledì 7 agosto 2013

Negli occhi di chi dorme

Lo so, è assurdo.
Gli accordi
erano diversi.
Però aprimi le braccia.
Tienimi con te.
Fammi sentire se non tuo,
di qualcuno.
Non dovrei affezionarmi,
eppure...
Completami.
O fingi.

martedì 30 luglio 2013

giovedì 25 luglio 2013

Candela

Lo scrosciare dell'acqua
diventa muto
al suono del tuo affanno.
Il tuo viso sul mio
il caldo asfissiante d'una notte
estiva, incessante
il nostro abbraccio.
Sai, ogni tanto ti sogno ancora. Meno di prima, ma succede lo stesso. Stai lì, a pomiciare con lui. Sul divano di casa mia. Davanti a me. Quasi a farlo apposta. Mi è successo oggi. Avrei potuto ucciderti con un soffio. E non l'ho fatto. Mi sono girato dall'altra parte, come un bambino nei film horror. Forse la mia guancia si è bagnata. E sono sparito. Come ho sempre fatto.

lunedì 1 luglio 2013

Il giorno più bello della mia vita

Morii di solitudine
prim'ancor del folle gesto
corpo vuoto, privato di tutto.

Il niente, celato dietro,
al sorriso di tutti i giorni.

Morii due volte
il giorno in cui
abbracciai il treno.

Carne, ossa e sangue,
unite in un'unica poltiglia.

mercoledì 5 giugno 2013

Repubblica

La parola astratta descrive,
con estrema precisione
la concretissima guerra
la materialissima storia
passata dall'italia tutta

Nel bene o nel male
dai romani ai fasci
l'Italia, mai unita,
era comunque un'unità
che il mondo tutto conosceva.

Botticelli, Caravaggio,
Michelangelo, Da Vinci,
l'Italia è arte, l'Italia è storia.
l'Italia è viva, non morta.
L'Italia è Italia. Non fuggite.



Così, giusto per la festa della repubblica.

Agape

“Ah, alla fine hai scelto lui. Ti fa stare bene? Beh allora hai fatto bene. Non ti dirò che ti amo, sarei solo d’intralcio. Non ti dirò rimani con me, hai già scelto. Non ti chiederò il perché della tua scelta. Se questa scelta ti fa essere felice, io sarò felice per te. Anzi, sarò felice CON te. Perché io ti amo lo stesso.”
Agape dimostra con una sola parola tutto quello che si può provare per una persona, senza chiedere nulla in cambio. É quanto di più necessita l’uomo per andare avanti e sopportare tutto quello che ci succede. Amando qualcuno in questa maniera, (che supera di gran lunga il frivolo Eros), si ama qualcuno senza interesse, a tal punto da poter facilmente sacrificarsi per la persona amata. Amare qualcuno a tal punto da non chiederle nulla in cambio e di essere pronti a far tutto per essa. Se tutti amassimo così, daremmo sempre il massimo per il prossimo, venendone addirittura (e paradossalmente, aggiungerei) ricambiati.
“Io ti amo e farei di tutto per te. La tua felicità vien ben prima della mia. Morirei per il tuo sorriso. Se tu sei felice, io sono al settimo cielo.”
Questo è Agape, l’amore perfetto, secondo me. Non ti amo perché mi ami anche tu, ti amo perché darei anche la vita per farti anche solo sorridere. Anche se non mi ami.
Unica pecca: attenzione a non annullarsi. Ragionare in questa maniera con le persone sbagliate porta all’autodistruzione, ve lo assicuro.
Cosa spinge gli uomini a continuare a lottare? Cos'è quella forza che ha il barbone senza famiglia e senza casa, ormai in fin di vita, nel trovare una via d’uscita? Non ci sono più gli eroi. Nessuno ti indica la strada. Sei tu l’eroe. Non appoggiarti a nessuno, o cadrai.

mercoledì 22 maggio 2013

Favoletta

Due pescetti, innamoratissimi. Così innamorati da essersi costruiti insieme una piccolissima tana, con sabbia e alghe. E rocce. Dalla tana uscivano sempre di meno. Si erano chiusi così tanto da non vedere più nessuno. Chiusi per anni. Lei un giorno uscì, per curiosità. Vide tutto quel che si era persa e quando tornò raccontò tutto a lui con entusiasmo. Lui sapeva già cosa c'era fuori, ma a lui piaceva stare a casa con lei. Quindi annuiva e sorrideva, non credeva che lei si fosse addirittura dimenticata di com'era fuori. Nella casetta lasciò un ricordo di quell'uscita memorabile. La mattina seguente lei uscì di nuovo, e tornando lasciò un'altro souvenir in casa. Fù così per giorni. Lui iniziò a stancarsi, la casetta ormai era stracolma di souvenir e chiese a lei di smetterla. Lei acconsentì. Ma continuò.
In quella casetta ormai non si respirava più. Faceva fatica a respirare. Lui quei souvenir non riusciva più a sopportarli. Però pensava, da sciocco qual'era, che lei un giorno avrebbe potuto smetterla. Perchè lo amava.
E aspettava, aspettava. Finchè lei non tornò più perchè non c'era più spazio per i souvenir. Si fece un'altra tana con un'altro pescetto. Il poveretto morì soffocato nella casetta, aspettando.

La morale scrivetela voi...

martedì 21 maggio 2013

Incontri che sembrano eterni, momenti indimenticabili. Persone avare e insaziabili, piene di vuoti da colmare. Persone con troppo amore da scoppiare, doverosi e generosi di condividerne un po'. Le persone giuste nei momenti sbagliati, le persone giuste nei posti, sbagliati. Momenti perfetti e posti meravigliosi in compagnia di persone sbagliate.Questa è la mera continuità del respiro, che va dritto incessante e incurante di ciò che lo circonda.

lunedì 20 maggio 2013

La principessa Sasha del paese del Nord

C'era una volta, in un tempo diverso dal nostro, una principessa di nome Sasha. Suo padre, il rè del Nord, voleva che si sposasse, visto che aveva da poco superato la maggiore età. Fu così che organizzò un grande torneo, un torneo di giochi e sfide. Pretendeva che sua figlia sposasse la persona più giusta per lei e quindi le fece scrivere una lista di cose che la ragazza voleva dal proprio marito. Però prima, per essere principe, doveva comunque superare le sfide che il rè aveva posto! La giovane insistette a far leggere prima il biglietto, ma lui desistì.
Così fù. Dopo nemmeno una settimana milioni di giovani  pretendenti furono alle porte, convinti di poterla conquistare. E allora via, tornei di tiri con l'arco, tornei di scherma e di cavalleria! Tutto il regno partecipò gioioso a quel vivido evento. Dopo questi, partite di scacchi per scegliere i più intelligenti e impareggiabili. E ancora, lezioni di portamento e nobiltà per i pochi rimasti, ovviamente con esame finale. Rimasero in gara tre giovani: Il cavaliere dell'est, Il principe del sud e Il nobile dell'ovest. Tutti e tre si erano fatti strada tra un colpo di spada, uno scacco e qualche regola di bonton.
Ora toccava a lei decidere, quindi prese il biglietto e lo lesse a gran voce a tutto il popolo:
"Caro padre, vorrei tanto che la persona che mi stia al fianco da oggi alla morte sia una persona che già conosco e che già ha superato tutte le mie prove. Questa persona, che ho imparato a conoscere in tutti i suoi aspetti e che mi fa sentire bene anche solo la vista del suo sorriso è Jeanne, la stalliera del castello. Quindi è inutile che tu organizzi tutto questo, perchè la mia scelta è già stata fatta. Tutto quello che volevo era una persona che mi capisse quando sono giù senza che io parli, una persona che mi ami per quello che sono, con tutti i miei difetti, una persona sincera e affidabile in tutto quello che fa e di cui so che possa fidarmi sempre. Una persona con cui non riesco a star bisticciata perchè la amo troppo, una persona che ai miei occhi è perfetta così com'è e che non cambierei di una virgola. Una persona con interessi comuni ai miei e che non è solo una compagna, ma anche un'amica. Una persona con cui voglio condividere tutto."
Il padre, non contento, andò a parlare con la figlia. Le disse di quanto era arrabbiato per avergli fatto fare tutti i tornei, quanto era arrabbiato del fatto che aveva scelto una persona che non mostrava affatto cavalleria e che se non avesse superato tutte le prove non poteva salire al trono. Le disse che, anche se avesse superato tutte le prove, non poteva salire al trono poichè non poteva essere un principe, ma un'altra principessa.
La principessa Sasha, non approvò tutto questo. Era stufa di quel vecchio regime con troppi fronzoli e pignolerie. Fù allora che prese per mano la sua compagna Jeanne e se ne andò fuori dal regno, con gli applausi sinceri di tutti gli abitanti che l'amavano così com'era e che ammiravano il suo gesto.
In poche settimane un'altro regno fu costruito accanto a quello del rè, e si chiamava "Il nuovo nord." Il popolo del nord aiutò la principessa Sasha nell'impresa. Molti addirittura si trasferirono nel nuovo nord dal "vecchio nord". Il nuovo regno era bello poichè giovane. Nuovo, Innovativo.
Sasha e Jeanne diventarono le governanti del nuovo regno, che divento sempre più potente tanto da inglobare il vecchio nord, per diventare così un'unico grande Regno del Nord.
Sotto la guida delle principesse vissero, tutti, felici e contenti. E con tutti, dico tutti.

lunedì 13 maggio 2013

Tobia che si difende dai grandi.

C'era una volta un bimbo, ma non un bimbo qualunque, bensì un principe. Questo principe si chiamava Tobia. Lui aveva dei poteri perchè graziato dalla sua fata madrina! Quando metteva il lenzuolo attorno al collo esso si trasformava in un mantello che gli permetteva di volare. E quando prendeva in mano un bastone, un mestolo, un vecchio tubo arruginito, esso si traformava in una spada. Con l'altra mano teneva per un braccio un orsetto di peluche che, grazie ai suoi poteri, si animava respirava e parlava.Con questi poteri poteva difendersi dai grandi.

Una volta per esempio, Tobia trovo papà orco che percuoteva la sua sposa, una regina bellissima e dai capelli lunghi e biondissimi. A quel punto mise il lenzuolo attorno al collo e volò contro il papà orco, con la spada rilasciò un fendente che ferì il mostro. Lui si girò verso il principe e lo afferrò dalla gamba, intrappolandolo. Allora Tobia lanciò la spada verso l'orsetto, che la prese al volo e ferì mortalmente l'orco. Gloria e coraggio risplendevano negli occhi del giovane principe, fiero della sua impresa. Liberò la regina che lo premiò con un candidissimo bacio sulla guancia, che lo fece arrossire.

Un giorno Tobia incontrò un vecchio mercante che gli propose un affare: se lui avesse dato la possibilità di far toccare l'orsetto al mercante, il mercante in cambio gli avrebbe offerto mille dolcetti e caramelle, con cui cibarsi per un anno intero! Ma l'orsetto non voleva essere toccato dal mercante e chiese a Tobia di lasciar perdere la proposta. Allora il mercante, non contento di un rifiuto, prese dal braccio il piccolo principe! Tobia in quel momento non aveva il suo lenzuolo, allora prese un bastone da terra e tagliò di netto il braccio al mercante, scappando insieme al suo adorato orsetto.

Tobia era, in fondo, un bambino molto coraggioso per la sua età. Aveva 5 anni e la sua forza contrastava tutti i cattivi! Si svegliò. Quel lenzuolo era ancora sporco di sangue e il mestolo che teneva sotto il cuscino non si trasformava affatto in una spada. L'orsetto era ancora fradicio di lacrime, tanto ci aveva pianto. Il labbro spaccato bruciava ancora. Dall'altra parte della porta erano ancora chiare le urla che lo avevano svegliato. La regina era di nuovo in pericolo! Ma Tobia quì non aveva poteri, non nella realtà. Si tornò a coricare e a fatica si riaddormentò. Papà orco ubriaco era di nuovo lì, ad importunare la regina. Tobia, sognando, tornò a sconfiggere papà orco.

domenica 12 maggio 2013

Speranze nuove

Nell'immenso io ti troverò
chiudo gli occhi e ti vedrò
sarai lì fermo ad aspettare
che io ti venga ad abbracciare

Solo tu potrai sentire
il cuor mio per te fremire
dirai pure che è banale
ti assicuro che è fenomenale

Bolle di sapone al vento
il cuore fragile e lento
lo sguardo tuo mi ucciderà
e di nuovo rinascer mi farà

Lacrimoso disdegno di emozioni
combattente coraggioso tu deponi
il sogno c'era ed è svanito
Morfeo mi darà il ben servito

Questa poesia ha da concludere
con la speranza volevo chiudere
ma la speranza nasce da sola
e con essa la vita rinasce, vola

giovedì 9 maggio 2013

Perchè non tornavo? Semplicemente perchè non mi fidavo più. Cercavo chiunque non fosse lui perchè non riuscivo più fidarmi di lui. Probabilmente non sarebbe andata comunque.

mercoledì 8 maggio 2013

Bolle

Chiamatemi Bob. Sono nato in una famiglia povera, tanto che quando ero piccolo ci hanno sfrattati e messi in una casa molto più piccola di quella che avevamo prima. Perlomeno, vivevamo da soli! Si viveva piuttosto bene devo dire, penso che possiamo considerarle delle case popolari.
Mia madre Jeanne e mio padre Frank sono venuti con me, per fortuna. Ho sentito che in questi momenti dove prendono le famiglie spesso se ne scordano alcuni e che sia terribile. Per fotuna a me è stato solo raccontato, ero piccolo quando mi successe. È stato quando ci hanno preso, che ci hanno legato per le mani. Inutile chiedere il perchè, non ci hanno mai risposto. Però ci sfamavano tutti i giorni, proprio come dei principi.
Comunque, l'arredamento mi ricordava la vecchia casa. Era piuttosto scarno e c'erano delle vetrate che davano sull'esterno. Forse, per risparmiare, mi dicevo.

Un giorno successe l'indescrivibile. Mentre parlavo con mia madre del più e del meno, sentimmo un urlo. Era mia padre. Terrorizzati ci girammo e trovammo una scena orribile. Una specie di grande tenaglia aveva intrappolato mio padre, che urlava disperato. La tenaglia lo portò in alto, così in alto che non lo vidi più. Le sue urla riecheggiavano per tutta la stanza, rimanemmo attoniti per qualche istante. A quel punto un altro urlo, il mio. Mia madre cercò di aiutarmi, ma la tenaglia era più forte di lei. Quella tenaglia mi stringeva così forte e mi porto così in alto che mi mancava il respiro. Però riuscivo comunque ad urlare, tanto che sentii mia madre disperarsi con me in quel pianto disumano. In quegli attimi di pura disperazione notai che mi stavo avvicinando a mio padre, tant'è che sentivo le sue urla sempre più vicine. Le tenaglie mi tenevano ben saldo, e con le mani legate non potevo far molto per liberarmi. Poi lo vidi.
Era completamente incatenato ad un asse, per tutta la sua lunghezza. Gli occhi lacrimosi mi guardavano terrorizzati. Urlai "Papà!" ma non servì a nulla. Con tutta l'asse venne gettato in una cisterna enorme, sembrava contenesse acido. Il suo urlo soffoccò in mezzo alle bolle, così come vi entrò. Perchè ci fanno tutto questo? Cosa abbiamo fatto di male? Mentre mi ponevo tutte queste domande, non mi accorsi che legarono anche me ad un asse. L'urlo mostruoso di mio padre risuonava ancora forte nella mia testa. Da lontano vidi mia madre, disperata anch'essa. Sapeva che mi toccava la stessa fine. L'acido mi corrose completamente, e mia madre strillando e piangendo non potè far nulla per salvarci.
In fondo, eravamo solo aragoste.

martedì 7 maggio 2013

Odio in versi

Lecca, ficcaci il naso
non puoi fare altrimenti
questa è la tua natura.
Lecca, continua
non far caso a me
fai come se non ci fossi
e continua a ficcarci il muso.
So che ti piace
altrimenti non saresti accettato
ti abbassi a queste cose
per la stupida parola
"accettato".
Il problema è
che non sei un cane.
Ma tu continua, se è così
che vuoi essere visto.

venerdì 3 maggio 2013

Creepyteorie

Avete in mente quel momento mentre, in bar con gli amici, o a casa da solo, iniziano a fischiarti le orecchie?
Sai come si dice no? "Qualcuno starò sparlando di me ahahah". Sbagliato.
L'altra teoria, la più sensata, è quella che sto per esporvi. Si dice che quando gli spiriti vendicatori girano per il mondo, a volte quelli con più rancore potrebbero addirittura interagire con la realtà materiale. E questo, è solo uno degli effetti più leggeri.
Uno spirito che ti passa attraverso, avendo delle frequenze completamente diverse dalle nostre, genera quel momento di confusione dell'organo uditivo che lo fa "fischiare". E questo è uno degli effetti che può provacare lo scontrarsi con uno spirito.
Quindi smettetela di dire "Qualcuno starà sparlando di me" poichè gli spiriti con più rancore sono proprio quelli più permalosi. E Dio solo sa, cosa potrebbero farti.
Volevo togliere le notifiche dei commenti e invece ho eliminato tutti i commenti.
Sono un genio.

martedì 30 aprile 2013

Segreto

Violato, deviato
pazzia, follia
inaspettato
violato, violato.

Abusato, incredulo
rapito, inerme
solo
abusato, abusato.

Paura, terrore
segreto, palpato
di nuovo
paura, paura.

domenica 28 aprile 2013

Circondato

Qualsiasi cosa mi circondi
mi ferisce
mi trafigge
infierisce
mi uccide.
Qualsiasi cosa mi stia attorno
è dolente
è pungente
è tagliente
è mortale.
Vi assicuro che, in queste condizioni
è difficile leccarsi le ferite.



Scritta un mesetto fa

Oceani

Quel giorno
davanti a me
una lacrima
grande come oceano
quasi ci affogai
non riuscii più
a respirare
tanto era il dolore
da te provato.

Affogai
ti abbracciai
cercando in te
quella luce
che da poco
s'era spenta.

sabato 27 aprile 2013

Difformemente identico

Sono così diverso, eppure così uguale. Ho il mio sogno, i miei sentimenti. Mi sento finalmente una persona completa. Individuale. Unica. Una di quelle che vedo tutti i giorni passeggiare, da soli o in compagnia.
Posso assicurare che il non esistere è tremendo quasi quanto il morire. L'unica differenza è che in uno dei due casi c'è rimedio... Poi c'è il cuore, questo maledetto. Al momento è capace solo di ricordarmi vecchie storie e di farmici scrivere sopra. Non nego che le cose che mi ricorda sono fantastiche, ma pur sempre di ricordi si parla. In realtà, mi basta aspettare. Le cose arrivano quando non le cerchi. E di questo ne sono certo.
Il mio sogno, ancora un po' astratto, forse banale, probabilmente impossibile, è quello che voglio inseguire. Perchè è mio e di nessun'altro. Ed è bellissimo così com'è. Mi sento tanto emozionato che non potete capire... è come aver fatto 18 anni per la seconda volta... o per la prima xD
Non mi resta che continuare così, ho pure trovato un lavoro :3

venerdì 26 aprile 2013

Amo di me tutto ciò che fa male

Finalmente pronto
imbozzolato per mesi
aspettando, pensando,
vivendo.

Come una farfalla
adesso volo via
finalmente libero
dal mio stesso bozzolo.

Via per poco
il tempo di una volata
di una passeggiata.
Una settimana o due
proprio come una farfalla.



Basta, oggi ho scritto troppo...


Egoismo?

E se ti dicessi
che quando ridi
mi scoppia il cuore?
E se ti dicessi
che una tua sola lacrima
mi strazia l'anima?
E se ti dicessi
che sarei pronto
a tutto per te?
E se ti dicessi
che passerei sopra a tutto
per te?
E se ti dicessi
che vorrei procurarti io ogni sorriso
ti sembrerei egoista?

Il fazzoletto

Come non fossi mai esistito
Evirato, in quarantena
Un virus mortale, da evitare
Un cadavere, lasciato a marcire
Una cavia, usata e buttata
Uno dei tanti, solo uno dei tanti
Ricordi il fazzoletto
che usasti un tempo?
No? Nemmeno io

E questa è l'altra poesia, scritta sempre per l'E-book :)

Muoio ogni giorno eppur respiro

Anima trafitta in un cielo stellato
gocce di lame da ogni dove
l’amarezza del giorno che brucia
che soffoca in un istante lontano.

Fili e movenze dei più grandi danzatori
mi circondano in un sogno soffuso
tra le braccia del dolce destino
piango confuso in preda al torpore.

Il cadavere è vivo e mangia ancora
il mare solitario piange, nessuno lo nota
castelli di bugie coperti di sabbia
foglie cadute tacciono di rancore.

Il faro m’acceca, la luce mi cerca
la notte mi desidera e balla con me
costei di speranza mi uccide ogni sera
e di menzogne fa riviver il cuor mio.


Questa è una delle poesie che ho scritto per l'E-book di Cyrano :)

E-Book Cyrano

Signore e signori di tutte le età! Vi annuncio che con il gruppo letterario "Cyrano Portale letterario" di cui faccio parte abbiamo creato una raccolta di racconti e poesie che potrete scaricare gratuitamente! E se date una letta non ve ne pentirete... ci sono solo belle cose :D

Il link per scaricare l'e-book è questo:  https://www.facebook.com/download/487573657964630/Aspetta%20e%20vedrai.pdf

Il link del nostro gruppo letterario è questo:  https://www.facebook.com/groups/126129054187543/?bookmark_t=group

Prendete e condividetene tutti :3

Crescendo

Che uomo è
quello che
rinnega se stesso,
che rinnega
il suo ego irto,
e che con rabbia
reprime il suo spirto?

Che uomo è
colui che
spara giudizi,
agisce d'impulso
ferisce persone,
soltanto perchè
non sente il suo cuore?

Esso non è Uomo.
Esso è Bambino.

lunedì 22 aprile 2013

L'amore oggettivamente

Il cuore si riempie
il respiro si libera
gli occhi si chiudono
le labbra si schiudono
le braccia circondano
il petto uno con l'altro.
Non nuoce l'altezza
tu solo ti poggerai
tu solo sentirai
il batter del cuor mio
impazzito, ormai.

domenica 14 aprile 2013

Spirito d'emulazione

Diamine, lo seguivo ovunque. Non avendo idee mie, seguivo quelle che più mi piacevano. E beh, lui mi piaceva molto. Così decisi di affrontare le cose come le affrontava lui. E quando non riuscivo, appoggiarmi a lui. Dio che stupido sono stato. Probabilmente non avrei mai immaginato un altro modo di affrontare le cose, non avevo visioni diverse dalle mie. Ma uno stupido me lo merito lo stesso.
Molte cose le ho imparate, è vero. Molte cose mi hanno fatto sbagliare, anche questo è vero.
Finchè lui non andava da LUI, io non avevo occhi per nessun'altro. Nessuno, giuro. Questo, anche perchè lui aveva solo occhi per me. E mi sentivo così in pace con me stesso quando lo guardavo. I miei occhi nei suoi, i suoi nei miei. Solo io e lui.
Poi, lui è andato da LUI. Mi ha scombussolato completamente, mi ha rimbecillito totalmente. Che cos'era successo? Se n'era andato e non riuscivo a crederlo. Ma il mio spirito di emulazione non si ferma qui, no-no.
Dico: ok, se lui si guarda intorno lo faccio anch'io. Se è così che si fa, ci provo anch'io. E ci provai, più volte. Lui torna, io no. Lui aveva trovato qualcosa che gli aveva fatto capire quanto io fossi importante. Io no.
La mia mente, che si schiarisce sempre più, inizia a capire che per 4-5 anni non sono mai esistito, ero in torpore. Facevo le cose che mi piacevano, certamente, ma qualcosa non andava. Io non esistevo.
Solo le emozioni erano le mie. I sentimenti. Tutti i miei attegiamenti, soprattutto in sua presenza, erano condizionati da lui, da una sorta di emulazione continua.
Negli ultimi 4-5 anni i miei unici pensieri erano: Ho questo problema, lui come lo risolverebbe? I questa situazione lui che farebbe? Come si comporterebbe?
Penso di esser stato abbastanza chiaro.

domenica 17 marzo 2013

Le cose che non ti fanno andare avanti

Le cose che non ti fanno andare avanti sono tante. Prime tra tutte, i ripensamenti. Quando ti chiudi in un pensiero e ci rimugini e rimugini fino a che vorresti vomitarlo dalle orecchie. Quei pensieri che ti infestano la mente e che non ti fanno pensare ad altro. Ti verrebbe voglia di cambiare cervello e di comprarne uno nuovo. Ti verrebbe voglia di spararti in testa per far uscire le idee anche da quel buco. Ci sono passato.
Poi, i passatempi. I fottuti passatempi. Ci sono giovani che vanno avanti a giocare ai videogiochi giorno e notte, escono ad ogni ora e stanno in quel mondo finto finchè non devono svegliarsi. E quando devono svegliarsi? Trauma. Il lavoro, i compiti, o il semplicissimo vivere. Trovarsi quello che si sa fare e coltivarlo. E se quello che ci piace aiuta qualcuno bhe, tanto meglio. Esprimerlo sarebbe un bene per chiunque.
Chiudersi in casa a giocare, a stare su facebook o a guardare intere saghe di film può essere divertente... finchè è limitativo in un giorno in cui hai fatto VERAMENTE qualcosa.
Bisogna svegliarsi, darsi da fare. Sempre. Se ti fermi chi ti aspetta? Nessuno. Le persona vanno tutte avanti... chi più veloce chi più lento. Ma bisogna muoversi sempre, una continua evoluzione. Bisogna migliorarsi sempre. E sempre.
Per questo gioco solo nei momenti liberi. Per questo cerco un lavoro. Per questo mi do da fare. Per questo prendo la patente. Per questo, per vivere. Almeno un po'.

martedì 12 marzo 2013

Imparare

Effettivamente di mostri si parla
Guardarsi dentro e buttar via tutto
Come un organo che non va più
Il primo cassonetto va benissimo
Basta disfarsene, velocemente anche

Cosa te ne fai di un organo rotto
Di un arto poco funzionante
Quando puoi cambiarlo con uno nuovo
E che riesca ad usare?
Il primo l'ho rotto. Con il secondo sarà diverso.

Sarò diverso.
Perchè il primo
Quello di prova
Mi ha insegnato
Ad amare.

Ed io, come un barbone, rovisto in quel mare di robaccia quale è il mondo, per riprendermelo.
Il mio organo.

Quando ti manca una persona

Un'altra emozione che mi affascina è la mancanza. Insomma, è un fenomeno assai curioso. Quando ci si dice "Mi manchi" già si presuppone un rapporto molto stretto e di cuore. Roba di toccarsi senza star vicini. Quasi fantascientifico oserei dire.
Il "Mi manchi" presuppone che ci sia qualcosa che non riesci a fare senza quella persona, qualsiasi cosa. Ma qualcosa di serio. Nessuno direbbe "Mi manchi" perchè non lo accompagni in macchina. Il "Mi manchi" penso sia un'espressione fortissima, esprime tanto amore quanta speranza, è illuminante. Direi che purtroppo è quasi indescrivibile. È un mix di tante emozioni insieme, il mi manchi può esprimere il semplice concetto di "voglio un abbraccio" quanto un "non respiro senza di te".
Mi manchi. Non so stare senza te. Il concetto è magnifico, ed è quello che solo una persona può completare.
Mi rendo conto di non sapermi esprimere abbastanza per esprimere quello che secondo me è il "Mi manchi".
Il "Mi manchi" in determinate situazioni supera di gran lunga il "Ti amo" o il "Voglio stare con te". Supera ogni concetto perchè è qualcosa che si è già vissuto, con cui non riesci a star senza.
Dio quante cose ho in testa e quante poche ne riesco a scrivere! 
I “mi manchi” dovrebbero essere seguiti dagli “e quindi sto venendo a prenderti” e non da inutili silenzi.
In certi casi però non è possibile.  La lontananza è tutto quel che ci separa dai "Mi manchi". Devo ammettere che è triste che tutte le emozioni che ho elencato fin'ora vengano spazzate via dalla sola parola "lontananza".
Cavolo, è una parola. Un concetto solo, un unico pensiero. Eppure, da solo, riesce a spazzare via tutte quelle sensazioni scaturite dal "Mi manchi".
Amo i "Mi manchi", come amo tutto quello che mi emoziona. Oggi ho scoperto il mio sogno, il mio obiettivo, quello che mi è sempre piaciuto fare e che non sono mai riuscito a fare, quello che ho sempre voluto ma che non ho mai saputo. Eppure era tanto semplice.
Amo le emozioni, mi fanno sentire vivo. Il mio sogno, seppur astratto, stupido, da scemo quale sono è questo. Godermi ogni emozione che ottengo, ognuna. Goderla fino alla fine, fino all'ultimo respiro. I "Mi manchi" che sento oggi rimbombare nella mia mente, per quanto siano tristi e soli, mi piacciono. Mi piace emozionarmi, mi piace vivere ogni momento bello o brutto che sia.
Ho scoperto che le cose non si risolvono stando da soli. Da soli non si cambia.
Le cose si risolvano provando altre emozioni, sempre nuove. Giocare ai videogames, per quanto mi piaccia, non mi darà mai le stesse emozioni di un'uscita tristissima con una amica scassaballe che ti racconta di quanto sia triste per l'essersi lasciata col ragazzo. E non sono ironico, queste sono emozioni. Questa è la mia vita.

Nel prossimo post parlerò di tutto quello che ci ferma, che non ci fa muovere. Quello che ci ferma dall'essere felici. Spero di essere stato almeno un pochino illuminante per qualcuno, perchè se scopro che tutti sapevano queste cose ma non me le hanno mai spiegate ci rimango veramente male D:
E chiedo venia per non essere riuscito ad esprimere quanto volevo il concetto della mancanza.

Mi mancate. Buonanotte.