martedì 28 ottobre 2014

Ti amo

Una mia collega di lavoro, oggi, mi ha confessato di aver detto Ti amo al ragazzo con cui sta insieme da circa una settimana. E questo mi ha portato ad una riflessione.
Ci sono persone bisognose di due parole, da dire e ricevere, non importa chi abbiano davanti. Altre che rispettano l'aulicità della parola e che la tengono rinchiusa per periodi lunghissimi, altri che manco ci hanno mai pensato. Coppie sposate da anni che si amano ma non hanno nemmeno il bisogno di dirselo.
Forse è così che dovrebbe essere. Se io sentissi che mi ami non sentirei il bisogno di una conferma, nè di quelle parole. Io mi considero molto conservatore riguardo tutto ciò, il ti amo lo dissi  ad una sola persona, credo dopo un anno o due e tutt'oggi mi chiedo ancora se fosse stata una scelta giusta, o ricambiata, ma non importa. Importa il fatto che queste due parole condizionino la vita di 8 coppie su 10.
Cos'è, quindi, il ti amo?
Parola universalmente accettata, lo si può dire in ogni lingua umana esistente, indica un affetto profondissimo verso un'altro individuo. E perché è così importante, perchè c'è nata questa cultura, questo tabù? Il tutto sia nato, credo, dai primi scrittori romantici, che hanno voluto esasperare un sentimento sì forte, ma scritto come fosse quasi divino. E quindi, a ruota, stiamo tutti a cercare quella spiritualità e quell'affinità, che nei libri e nei film si racconta.
Noi vogliamo la storia d'amore da film, quella romantica e senza problemi, quella del felici e contenti. Molti si paragonano per esempio a Romeo e Giulietta, e tanti altri vorrebbero una storia simile alla loro, non ricordando, forse, che entrambi perirono vedendo l'amato in quello che sembrava essere a tutti gli effetti l'eterno sonno.
Molti sono solo innamorati dell'idea dell'amore, altri pensano di provarlo quando a tutti gli effetti potrebbe essere solo un gran bene, altri si perdono nel cercarlo.
Noto proprio in tutto quello che mi circonda un cercare di appesantire una cosa che, per definizione, dovrebbe essere leggera e farti star sereno con te stesso.
Svegliatevi... non abbiamo bisogno di tutto questo.

venerdì 1 agosto 2014

Il gioco che non vinco mai

Com'è che bisogna comportarsi quando ci piace qualcuno? Semplicemente, non ci si dovrebbe pensare. Consideralo, dagli importanza ma non troppo, non stargli attaccato, non farlo sentire oppresso ma neanche non presente. Devi farlo sentire importante ma non troppo. Queste riflessioni mi vengono, forse, dal fatto che mi rendo conto che non riesco a innescare quello scalino, quel meccanismo che fa andare le cose nel modo giusto. Ed effettivamente se anch'io che seguo questi consigli ne sto parlando, forse non sono nemmeno tanto funzionali. L'ho già detto che voglio il manuale d'istruzioni per vivere? Oh già, l'ho già detto. La verità è che se le cose devono scattare, devono fare lo scalino decisivo, lo fanno da sole e non c'è nulla che uno di noi possa fare per farlo andare diversamente.
Farò un esempio, per farvi capire le mie situazioni tipo: scrivo ad un ragazzo, A, che sembra carino ed interessante. Nel frattempo mi scrive B, un ragazzo che sembra dolce e con cui attacco discorso. C'è un amico, intanto, che sembra avere una cotta per te ma non ne sei certo e si chiama C. Nel frattempo ti incontri con D, perché ti ha chiesto di prendere solo un caffè e non c'è nulla di male in questo. Ma tu sei sempre stato preso da un ragazzo che non ti si caga di striscio, E, con il quale hai provato a dialogare ma non c'è stato nulla da fare. Si può dire quasi che hai l'imbarazzo della scelta. Ma poi ti incontri con uno di questi ragazzi, ti piace, e poi?
Mettiamo il caso rispondesse A, a te piace A e inizi a sentirti con lui. Sembra ci sia interesse reciproco ma non ne sei sicuro. Nel frattempo B ti chiede perché ancora non vi siete visti, e tu non hai voglia, per quanto sia dolce B, di uscire con due persone nello stesso periodo. C ti chiede di uscire, è un amico e ci esci ugualmente, ma poi si dichiara, e che fai? Gli dici che ti stai frequentando con un ragazzo, per quanto effettivamente non sia vero, però ti ha dato una buona impressione e non vuoi mischiare le carte in tavola. E via dicendo. Poi A sparisce, come l'80% delle persone nell'ambiente gay, senza alcun motivo. E ricominci con l'alfabeto, stavolta escludendo la A. Un po' come si faceva giocando a nomi cose e città.
Però ogni tanto, in questo gioco, mi piacerebbe vincere... anche solo per vedere cosa si prova.

Giocattolo difettoso

C'era una volta un giocattolo, che aveva un cervello, un istinto, uno spirito e una coscienza.


Una stipula, un patto,                                                        Tienimi, questo sono io
fra noi soltanto,                                                                 mi offro a te così come sono
una scelta comune,                                                            il tuo corpo giace davanti a me
quasi contratto,                                                                 e sento di non poter sbagliare
senza verbo ne inchiostro-                                            

Non ne abbiamo bisogno,                                                 Perdona la mia inesperienza,
è naturale, idilliaco,                                                           sono un principiante, un insicuro.
so cosa vuoi,                                                                    Però non andartene per questo,
sai cosa voglio,                                                                 posso offrirti tanto altro.
e tanto basta-

Adesso tienimi,                                                                 Istruiscimi, insegnami,
fammi tuo, come vuoi,                                                       lasciami andare talvolta
mi abbandono,                                                                 sappi che tornerò ogni qualvolta
il tuo piacere sarà il mio                                                    avrai bisogno tu.
e viceversa.


Stupidi giocattoli difettosi.

Non scucimme 'rcazzo

Famme capì, se non te sto bene dillo
de certo non se po annà avanti così
il concetto che stavi a dì, poi pure finillo
voglio proprio sapè che c'hai da dì

Me dici che m'accollo, ma poi t'accolli te
te lamenti che non te cerco, ma tieni er silenzioso
te devi da regolà, non so io che non sto bene con me
pure te 'nsei mica perfetto, fa poco o schizzinoso

Se non te vado bene dillo e basta, 'nce girà intorno
me prendi da parte a me dici Me fai schifo pe questo e questo
e io te capisco, magari me modero pure un giorno
ce posso provà sai, non m'è un grande costo

Eppur ti dirò, che se me stai te sul cazzo
io to'o dico pure subito, pe chiarì e cose,
e se non te piace come va tutto l'andazzo,
quella è la strada, non scucimme 'rcazzo