Racconterò di un'esperienza capitatami quando volete voi:
Imbarazzo generale e un caldo misterioso offrivano una atmosfera perfetta per quella che si rivelò una delle scelte più utili mai fatte per me. Dilettandoci, più o meno entrambi, mi si illumina la brillante idea di far provare qualcosa a qualcuno. Intimidito mi avvicino al suo mausoleo, imparai subito a capire il suo odore e a memorizzarlo per non scordarlo più.
Particolare attenzione vorrei dare all'odore, poichè esso è parte integrante della persona e della sua esistenza. Esso si potrà sentire solo se ci si avvicina abbastanza da far toccare due labbra, ergo nel bene o nel male comunque rimarrà impresso nella memoria.
Tornando a quella situazione. Sfiorai con le mie labbra la sua pelle morbida e affatto spinosa e le appoggiai delicatamente su quella che mi sembrò erba secca ma mai ruvida. Lui, immobile sospirò.
Poi il tentato emozionamento fallito, da cui sacrificai le labbra per una sensazione che superava al massimo la gioia di livellare a final fantasy. Io intanto, triste ma vero, riuscivo solo a pensare a quello che avrei dovuto provare ma che non provavo e mi chiedevo "Perchè?". Imbarazzati, infine, ci astradammo ognuno verso la propria dimora, uno con una lezione, l'altro con una falsa speranza. Inutile speranza di un'emozione mai sentita.
Le emozioni non si forzano, si creano. Le emozioni devono esserci prima di ogni cosa, o la cosa non avrà affatto senso di esistere. Le emozioni ci aiutano a capire se una cosa è giusta o sbagliata. Giuro a me stesso che non farò più lo sforzo di azionare senza emozionarmi prima. Se ci si emoziona dopo è inutile. Le emozioni sono l'unica cosa che mi spingono ad andare avanti. Le emozioni sono arte. Questa è arte.
Questo, è art attack.
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