venerdì 22 febbraio 2013

Il filo rosso del destino

Ho sempre pensato che, inconsapevolmente, ad ogni persona che incontriamo leghiamo un filo del destino. Dalle dita che preferiamo si lega un filo immaginario che ci conduce verso un'altra persona. Chiunque. Anche al barista che ti fa il caffè in una città sconosciuta.
Il dito è diverso per ogni sensazione che ci da questa persona. Il mignolo per la fiducia, l'anulare per i sentimenti, il medio per le emozioni forti e nette, l'indice per chi ci fa soffrire, il pollice per le conoscenze meno importanti. Il filo può essere corto o lungo, dipende da quanto ci teniamo.
I fili lunghi possono resistere a qualsiasi tempesta, forzamento, tiri e molla, rotture. I fili corti si spezzano facilmente, basta un nonnulla e si spezzerà, anche una semplice pioggerellina d'estate basterebbe.
Lo decidiamo noi se il filo è lungo o corto, e non è mai sbagliata la lunghezza, quanto il dito scelto. Ovviamente se due persone si amano, saranno entrambi legati all'anulare. Ma se uno dei due non ha legato all'anulare il filo, lì è un bel pasticcio. Uno è cotto, l'altro no.
I fili si possono spostare di dito in dito, ma anche questo è un pasticcio. Immaginate di legare ad un dito tanti fili, tantissimi, tutti ad altezze diverse. Ora, pensate come spostare un filo da un dito e senza scioglierlo metterlo in un'altro dito. Si ingarbuglierebbe tutto, no?
Stessa cosa con le emozioni. Se hai catalogato una persona come amica, e poi scopri che essa ti piace, dovrai fare molto casino per spostarla all'anulare. Tranne se...
Tranne se, quando hai conosciuto questa persona, l'hai legata all'estremità del mignolo, quasi come se te l'aspettassi. Questo succede molto più spesso di quanto si crede.


Talvolta anche i fili più lunghi e resistenti possono spezzarsi,  creando così dei vuoti che ben poche persone potranno colmare. Quel filo era talmente grande che ti lascia il segno dell'abbronzatura, ora che non c'è più, che si è spezzato. Ben pochi fili sono compatibili, sono grandi la stessa misura. L'unica cosa che si può fare, in questi casi, è abituarsi ad un'altro filo, più spesso o più fine non si sa. Ma bisogna abituarsi. I fili del destino si spezzano tutti i giorni, bisogna essere forti ed andare avanti. Bisogna essere forti per guardare avanti, ma senza fili poco si può fare. L'uomo ha bisogno di compagnia, di non stare solo, di amare.Siamo una di quelle specie che deve avere qualcuno vicino, una compagna, un branco, qualsiasi cosa. Basta che non siamo soli.
I fili del destino si possono rilegare? Sì, non è semplice ma si può fare. Si può fare con un semplice nodo, che si scioglie con nulla. Oppure, si può riparare con tre nodi, della colla, e con dello scotch. E col tempo la colla si asciugherà, lo scotch farà presa e i nodi si amalgameranno al filo che diventerà forte quanto prima.
O di più. Ma questi casi sono rarissimi.
Ci sono anche i fili che sono legati talmente stretti che soffocano l'altro, con la gelosia o la rabbia. Questi fili non sono da tagliare e basta. Questi sono fili da tagliare, bruciare e spargerne le ceneri ovunque. E da rifilare da capo. Con pazienza. Ma anche questa è impresa ardua.
I fili del destino possono superare anche la morte. Lasciarli spezzare per la morte fisica di una persona sarebbe tremendamente stupido.
I fili del destino raramente si spezzano nello stesso dito in cui erano, prendiamo per esempio un amico o un fidanzato che in qualche modo ci tradisce: si sposterà dapprima nel medio, per esprimere le nostre emozioni tradite all'altro, poi all'indice per incolparlo, poi al pollice per dimenticarlo, e, infine... si spezzerà.
Questo è tutto quello che penso riguardo ai legami tra persone, potete dire la vostra nei commenti.

E mi raccomando, non perdete il filo!

2 commenti:

  1. bellissima!! è stupendo come sei riuscito a descrivere sentimenti ed emozioni che legano una persona ad un'altra, utilizzando solo dei "semplici" fili come punto di riferimento.
    fantastico!!!

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