(Questo post è assolutamente superficiale, ipocrita e dettato dall’invidia moralista che solo una suora potrebbe avere).
Tralasciando l'ovvietà sull'esistenza di coppie monogame gay - sì, ok, qualcuna un po’ a posto con le cervella esiste, ma non vi esaltate. La saluto e le faccio tanti auguri con lo stesso fervore di Licia Colò - vorrei invece concentrarmi sulla percentuale più alta. L’altra faccia di culo della medaglia delle olimpiadi per le cloache a cielo aperto. Essere gay, nel quotidiano, non è tutto ‘sto divertimento, e men che mai inorgoglisce. Ma chi?Gli aspetti che mi impediscono di svegliarmi col sorriso, fare ciao ai pettirossi ed essere appagato dal preferire la fava sono incalcolabili, perché ho cominciato a rastrellarli tipo dal primo giorno in cui mi piacque uno a scuola e mi disse che gli uomini non si baciano: al massimo si fanno i pompini.Dopo averci ragionato a lungo, son riuscito a estrapolarne 8 (mila).
1) STABILITÀ. Penso francamente che le uniche coppie felici siano quelle composte da casi umani. Quelli affetti da denti sporgenti, camicia color crema a righe con mezze maniche al gomito, e calvizie dominata con gli audaci tre capelli tenuti in piedi dal gel, a mo’ di steccato. Se uno dei due è appena appena carino, il tradimento (anche solo in termini di interesse regolare) diviene un dovere, e questo dovere porta all’instabilità. Da 2 si passa a 1 + 1 e gli altri.Il guaio è che la bellezza si porta con sé una specie di obbligo alla propaganda della propria immagine. Come a dire “se sono bello, non può conoscermi solo il mio compagno”. Diventiamo una specie di incaricato della Folletto, e dei tatuaggi sul culo, una barba rossiccia, un petto villoso diventano l’aspirapolvere da promuovere porta a porta. Da qui, il tracollo con seimila foto su Facebook (sincronizzato a Instagram e agli altri fratelli del demonio), centinaia di amici che commentano con “uuuh, che bono!”, messaggi privati che tu non ricevi e lui sì. Infine, la trasmutazione (immaginaria) in celebrity si consuma nel giro di pochi mesi. Ogni buongiorno su Facebook diviene un occhiolino a ogni propria sgualdrina-fan e un morboso bisogno di essere elogiato, non più dal proprio partner ma dal maggior numero di spasimanti.Il problema della selezione del partner legato alla bellezza si aggrava nell’omosessualità perché il gay non è orientato alla costruzione del futuro. Basta guardarsi intorno per scoprire con orrore che i gay raggiungono la maggiore età a 40 anni, e a 48 cominciano a piagnucolare che forse sarebbe il caso di avere qualcuno accanto a sé. Certo, aspetta n’altro po’, eh. Il metro del tempo che passa è completamente sballato rispetto agli eterosessuali. Il gay è una specie di evergreen di se stesso. Il Peter Pan di Robin Williams, che da maturo ancora vuol volare e scassarsi in discoteca.Dunque, se per una donna i trenta equivalgono a fare i conti con “oddio, devo trovare un marito per mettere su famiglia e avere un bambino, prima che diventi racchia e le mie amiche sposate mi guardino con disappunto, perché tirerò su mio figlio quando la nonna sarà morta da un pezzo” - con l’assillo dei bei tempi andati in cui le donne s’impregnavano a 21 anni -, il gay si crogiola (simulando del rammarico, ovviamente) nell’impossibilità di avere una famiglia. Sicché i conti diventano “oddio, devo trovare un marito per... ah, già, io non devo farmi una famiglia. Vabe’, allora ho ancora tempo per collezionare cazzi”.Gli attivisti gay sfoderano l’attenuante secondo cui lo stile sbarazzino dei gay è la causa di una politica ostile e di scarse sicurezze. Che è come consigliare ad Atreyu di non desiderare una Fantasia libera perché tanto c’è un lupo in giro. Che combatti a fa’, teso’? Vatti a fa’ ‘na birra.Procrastinare e non subire gli effetti del tempo può dapprima sembrare una rivoluzionaria liberazione dal retaggio del dopoguerra (impiego-casa-famiglia). A lungo andare, tuttavia, scade nella dimenticanza, e poi nella miseria di un Peter Pan patetico. O una Donatella Versace col pesce molle piena di tatuaggi sbiaditi, se vogliamo.
2) IL CORPO PRIMA DI TUTTO. Ricalcando i casi umani, loro sono gli unici esenti dall’aspettativa di un bonazzo col “fisico ok”, perché i primi che non si sognerebbero mai di iscriversi in palestra. Dunque, più orientati alla ricerca di un partner, non di un malato di mente con la filosofia del corpo come tempio da curare.Apri Grindr e... No, no, troppo facile, ok. Torniamo su Facebook. Sfoglia i suggerimenti e troverai una generazione piaciona di bellissimi in posa. È pazzesco, sembra che in giro siano spariti i cessi. Abbiamo tutti un bisogno disperato di essere tonici, alla moda, e ubriachi perché è sinonimo di spasso.La bellezza caldeggia le aspettative. È insolito che un uomo sexy scenda a patti con l’emotività e si metta con uno di aspetto mediocre. Ci sono ragazzi a cui tremano le gambe dalla gioia nel sapere che hanno un fidanzato acclamato da centinaia di like su Facebook. È come quando un camino antico incrementa il valore di una villetta.Il teorema è facile: se sono bono, perché dovrei accontentarmi? Esigo un bono come me, o meglio anche più bono. Questa è una ricerca che, purtroppo, parte e solitamente non finisce mai. Per eccesso di zelo, di ingordigia, di fame di standard sempre più alti. Il bear aspira al musclebear, per intenderci.Le coppie gay felici che ho incontrato nella vita erano spesso l’insieme armonico due uomini “normali” (che non vuol dire niente, ma vuol dire molto).
3) L’AUTOSTIMA. Nel cazzo. Nel nostro mondo c’è bisogno di specificare VISO quando chiedi una foto a un profilo in bianco.
Come se non bastassero i noiosi possessori di pesce enorme (Xl), che ritengono di poter dominare il mondo e trascurare una propria personalità, adesso pretendono di essere blanditi anche i più ordinari pescetti (M). Farsi foto al cazzo per scambiarle su Whatsapp ha insinuato nel fragile intimo del gay la convinzione di avere sempre e comunque un bell’attrezzo, e questo è diventato l’ennesimo pretesto per tirarsela. Non sia mai, in un momento di frutta in rubrica, ripeschi l’ultimo di cui non ricordi il nome, perché hai davvero necessità di scaricare i nervi. Stai certo che quello ti risponde “è bello il mio cazzone, eh? Ne sentivi la mancanza, eh?”.Vi prego, fate complimenti agli uccelli solo se davvero sinceri, per non generare false fierezze in cani e porci.
4) Tu sei meno importante della vodka. “Stasera dobbiamo spaccare tuttoooo! È una settimana che non torniamo a casaaaaaa!! Ci facciamo sempre riconoscereeeeeeeeeeee!!!!!1!11!!!”. Chi sarebbe disposto a una placida vita a due sul divano a guardare la tele quando a pochi minuti da casa hai cinque discoteche per ballare, limonare, vomitare, cancellare le frustrazioni del lavoro e ritirarsi alle 7 del mattino per restare teenager for ever?
5) Tu sei meno importante del sesso. Avete presente la filosofia che recita “mentre aspetto l’anima gemella, faccio sesso e almeno mi diverto”. Secondo me l’abitudine alla scopata (scopamico, trombata noiosa da Grindr, trombata al volo nei cessi del locale, trombata a Londra nel weekend) abbia l’effetto collaterale del ciccione all’aperitivo: continuano a poggiare vassoi sul banco e tu non la smetti di riempire il piatto perché sai che arriverà sempre altro cibo succulento. L’amica ti scuote e ti dice basta, che poi finisci in quei programmi americani in cui dei personal trainer senz’anima ti umiliano, e tu mormori alla telecamera che non hai idea di come sei arrivato a pesare 230 chili.Perciò, più uccelli coccoli, più uccelli vuoi coccolare.Anche in questo caso c’è una saccente contestazione: se fai notare che la vita del gay è ossessionata dalla scopata, ti chiamano provinciale. Quando invece sei solo confuso e depresso.
6) CINISMO. Una delle conseguenze di American Horror Story, e del trionfo delle gif tipo Naomi Campbell che scruta disgustata una collega, è l’abbandono al cinismo totale, proprio come connotato, uno stile di vita. Anche qui, il passo tra il farsi due risate e il non riuscire più a non essere una stronza acida snob sarcastica è breve. Inutile dire che si ripercuote poi anche sui sentimenti, che a lungo andare appaiono come ridicoli, qualcosa da lasciare al proletario. I ragazzi che li surclassano assaporano il gusto del potere, della superiorità, dell’emancipazione. Valanghe di uomini con l’espressione sprezzante da Romanzo criminale. La variante gay di quello che divorzia dalla moglie a 40 anni per fidanzarsi a 55 con la russa matura, che manda soldi all’estero alle sue tre figlie incinte a 16.
7) SESSO. Cosa che mi ha sempre davvero annoiato è il sesso così dannatamente da film porno. Preliminari, carezze, attesa (non intendo attesa di settimane, intendo attesa della seconda uscita), gusti personali, tutto è out. Devi dare il culo a pecora, devi essere un trombatore vigoroso, devi essere attivo o passivo o versatile. Tutto è meccanico, ripetitivo, da copione. Ospiti, ospito io, ti spompo, spompo il tuo ragazzo e tu guardi, ma il culo non lo dai? E se non dai il culo che facciamo?
8) SOLITUDINE. La regina delle motivazioni. Essere gay vuol dire per prima cosa essere soli. Un giorno che sei un ragazzetto ancora rospo e coi foruncoli a montagnella, capisci che guardi sempre i pacchi dei tuoi compagni di classe, e sei solo, perché nessuno è ancora simile a te. Poi vai all’università, e non fai in tempo a gioie dell’esserti fatto delle amiche con cui parlare di uomini, che inquadri subito che i tuoi prossimi 30 anni di vita li passerai da calzino, quello che gli altri cambieranno perché ormai usato. E quando finalmente avrai conquistato un fidanzato, avrai 1 possibilità su 2 che se ne venga con “l’amore dura per sempre, ma il sesso no, siamo obiettivi, perciò vogliamoci bene come fidanzati e poi ognuno può scopare chi vuole, però comunque ci vogliamo bene, quindi siamo comunque fidanzati”.
Questo magnifico scritto che appoggio in ogni sua parte è opera di Pierpaolo Mandetta, il suo blog è questo. Dategli un'occhiata, il suo cinismo è crudamente spisciante.
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