martedì 26 febbraio 2013

Noi, schiavi del destino

Piccoli passi verso una felicità diversa. È strano, complicato, difficile e molto sconcertante. E non è una felicità in cui starò solo. No signore.
Per quanto mi possa sembrare assurdo, mi sento vicino ad una persona che non è Ocky. Mi sento vicino, mi sento accettato, sento qualcosa che la semplice amicizia non può darmi. In qualche modo, sento che i presupposti ci siano tutti. Manco solo io.

Ma non perchè io non ci sono, ma perchè ho una paura fottuta di quello che possa accadere dopo, dell'allontanarmi da tutto quello che sono stato fin'ora, abbandonare tutte le esperienze vissute insieme a quella persona e a ricominciare, da capo, un nuovo percorso.
Sono ansioso, preoccupato, sono tutto quello che non sono stato fin'ora. Speranzoso. Forse questo è proprio quello che mi ci vuole. Forse... solo così avrei potuto... conoscerlo.

Ho sempre creduto nel destino, e per quanto possa sembrare strano inizio ad accettare tutto quello che mi capita. Se mi capita ci sarà un motivo, e per questo vado avanti. Se due persone sono destinate a stare insieme, prima o poi succederà. Se una persona è destinata a star sola, succederà anche questo. 
Tutto può succedere, non mi precludo nulla. Non più.


Noi, schiavi del destino.

domenica 24 febbraio 2013

La peggior droga del mondo

Ebbene sì, ho scoperto la peggior droga che gira nel mondo. La più facile da reperire e quella che probabilmente fa più male. State attenti, si trova ovunque ormai. È nelle strade, nei parchi, a scuola, anche dentro le case, le chiese, le capanne, i campi.
È come un virus, si può contrarre solo a contatto con altre persone. Ma basta uscire una volta nel mondo, e quella droga ti prende, quel virus ti assale e a intervalli sempre meno regolari, quando pensi di averlo sconfitto lui torna. Lui è capace di addormentarsi ma mai di morire, cova in attesa e riesce quando meno te l'aspetti. Lui è l'amore.
L'amore è la peggior droga del mondo, sempre meno persone nel mondo riescono a farne a meno e essa fa strage di cuori ogni giorno. Senza sosta. È infallibile, ti becca sempre e un giorno ti farà male. Proprio come tutte le droghe, d'altronde.
Nasce così: mentre tu stai per i fatti tuoi, a pensare ai compiti che hai da fare per casa o al lavoro accumulato sulla scrivania, improvvisamente vedi una persona e tack, sei preso. Basta, non c'è nulla da fare. Sei spacciato. Non si trasmette per vie orali o aeree, ma con gli sguardi. È sia una droga che un virus perchè ti fa stare su di giri come una droga ma si trasmette con un nonnulla, come un virus. Anzi peggio.
Ti fa stare bene e ti lega alla persona da cui hai preso il virus. Quasi come un parassita. Ti succhia tutti i pensieri e li porta verso il portatore di quella malattia, di quella droga. Inevitabilmente ti farai male, e questo lo sai.
Se quella persona non è interessata a te, ti farai male. Se quella persona è indecisa, un'altro malato come te te la porterà via, e ti farai male.Se quella persona è interessata a te, poi si stufa, se ne va, e ti farai male. Se quella persona è interessata a te talmente tanto da non volerti lasciare mai, un giorno il mai non esisterà più, lei morirà, e...
Ti farai male.

È inevitabile, ti prende e ti fa star male. L'amore non è una droga comune, non puoi rifiutarla in discoteca. Non si mischia in un bicchiere. Non si sniffa con dei soldi arrotolati. Non si inietta nelle vene, non te la fumi.
Ti ammali e basta. Rassegnati.
Fai l'abitudine a quel piacere che ti reca, se te ne reca. E non pensare al dopo. C'è sempre tempo per piangere. 
L'amore è una droga, un virus, è la peggior malattia di cui ci si possa ammalare, è la debolezza dell'uomo, è il parassita che ti succhia via i pensieri, è l'incubo che non ti fa dormire, è terribilmente affascinante, è paurosamente meravigliosa, è ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, se no saremmo morti dentro.

L'amore è una brutta bestia, convivici, perchè non puoi fare altrimenti.


Perdonami, mi dispiace, scusami

Mi spiace, mi scuso. Mi spiace di essere stato intrattabile, prepotente, paranoico, odioso. Mi scuso di non essermi comportato bene con le persone a cui voglio bene.
Mi rendo conto che spesso sono stato irritante, roba da prendermi a schiaffi da solo. Parlo seriamente è.
Persone che mi trattano nel migliore dei modi, che io non vedo, e mi ci accanisco senza motivo. Giuro, mi spiace. Troppo spesso la pensavo solo con la mia testa, non credevo alle persone e mi arrabbiavo per dei pensieri che creavo io stesso. Spesso, per rabbia, ho ferito sia dentro che fuori persone che io amo, e anche se per loro quelle ferite non ci sono più, a me rimangono come se le fossi fatte a me stesso. E chiedo venia, di nuovo.
Sono viziato, capriccioso, permaloso. Sono testardo, cocciuto e qualche volta insensibile. Ne ho fatte di cotte e di crude, sono indeciso e sbadato. Penso tutto all'ultimo momento e pretendo che le persone mi capiscano senza neanche parlarmi. Sono semplicemente un'idiota. E non voglio più esserlo. E sono rabbioso anche per questo, perchè non vorrei comportarmi così.

E poi, devo delle scuse particolari a te. Scusami se tante volte sono stato orgoglioso da non chiederti scusa. Scusami se tante volte ti trattavo male, ti facevo piangere, me ne andavo e tornavo come niente fosse e tu rimanevi lì. Immobile. Ad aspettarmi. Perdonami.
Ocky-Chan, scusami. Sono furioso con me stesso per averti trattato così male. E se vorrai, potrai dirmi quante scuse ti devo, e io col cuore in mano ti chiederò scusa quante volte vuoi. Sono mortificato, ti ho trattato veramente male, e me ne accorgo solo ora che sono stato nella tua situazione.

Tornando a prima, chiedo perdono a tutti per le mie bambinate compiute in passato, chiedo venia per quelle che faccio tutt'ora e qui, su questa pagina virtuale, prometto a tutti che mi comporterò in modo più maturo. Basta accontentare il bambino che è in me, ora voglio soddisfare il me adulto. Quello responsabile. Quello che ha 19 fottutissimi anni e non riesce a sbrigarsi i problemi da solo. Pietà. Commiserazione. Basta.

venerdì 22 febbraio 2013

Il filo rosso del destino

Ho sempre pensato che, inconsapevolmente, ad ogni persona che incontriamo leghiamo un filo del destino. Dalle dita che preferiamo si lega un filo immaginario che ci conduce verso un'altra persona. Chiunque. Anche al barista che ti fa il caffè in una città sconosciuta.
Il dito è diverso per ogni sensazione che ci da questa persona. Il mignolo per la fiducia, l'anulare per i sentimenti, il medio per le emozioni forti e nette, l'indice per chi ci fa soffrire, il pollice per le conoscenze meno importanti. Il filo può essere corto o lungo, dipende da quanto ci teniamo.
I fili lunghi possono resistere a qualsiasi tempesta, forzamento, tiri e molla, rotture. I fili corti si spezzano facilmente, basta un nonnulla e si spezzerà, anche una semplice pioggerellina d'estate basterebbe.
Lo decidiamo noi se il filo è lungo o corto, e non è mai sbagliata la lunghezza, quanto il dito scelto. Ovviamente se due persone si amano, saranno entrambi legati all'anulare. Ma se uno dei due non ha legato all'anulare il filo, lì è un bel pasticcio. Uno è cotto, l'altro no.
I fili si possono spostare di dito in dito, ma anche questo è un pasticcio. Immaginate di legare ad un dito tanti fili, tantissimi, tutti ad altezze diverse. Ora, pensate come spostare un filo da un dito e senza scioglierlo metterlo in un'altro dito. Si ingarbuglierebbe tutto, no?
Stessa cosa con le emozioni. Se hai catalogato una persona come amica, e poi scopri che essa ti piace, dovrai fare molto casino per spostarla all'anulare. Tranne se...
Tranne se, quando hai conosciuto questa persona, l'hai legata all'estremità del mignolo, quasi come se te l'aspettassi. Questo succede molto più spesso di quanto si crede.


Talvolta anche i fili più lunghi e resistenti possono spezzarsi,  creando così dei vuoti che ben poche persone potranno colmare. Quel filo era talmente grande che ti lascia il segno dell'abbronzatura, ora che non c'è più, che si è spezzato. Ben pochi fili sono compatibili, sono grandi la stessa misura. L'unica cosa che si può fare, in questi casi, è abituarsi ad un'altro filo, più spesso o più fine non si sa. Ma bisogna abituarsi. I fili del destino si spezzano tutti i giorni, bisogna essere forti ed andare avanti. Bisogna essere forti per guardare avanti, ma senza fili poco si può fare. L'uomo ha bisogno di compagnia, di non stare solo, di amare.Siamo una di quelle specie che deve avere qualcuno vicino, una compagna, un branco, qualsiasi cosa. Basta che non siamo soli.
I fili del destino si possono rilegare? Sì, non è semplice ma si può fare. Si può fare con un semplice nodo, che si scioglie con nulla. Oppure, si può riparare con tre nodi, della colla, e con dello scotch. E col tempo la colla si asciugherà, lo scotch farà presa e i nodi si amalgameranno al filo che diventerà forte quanto prima.
O di più. Ma questi casi sono rarissimi.
Ci sono anche i fili che sono legati talmente stretti che soffocano l'altro, con la gelosia o la rabbia. Questi fili non sono da tagliare e basta. Questi sono fili da tagliare, bruciare e spargerne le ceneri ovunque. E da rifilare da capo. Con pazienza. Ma anche questa è impresa ardua.
I fili del destino possono superare anche la morte. Lasciarli spezzare per la morte fisica di una persona sarebbe tremendamente stupido.
I fili del destino raramente si spezzano nello stesso dito in cui erano, prendiamo per esempio un amico o un fidanzato che in qualche modo ci tradisce: si sposterà dapprima nel medio, per esprimere le nostre emozioni tradite all'altro, poi all'indice per incolparlo, poi al pollice per dimenticarlo, e, infine... si spezzerà.
Questo è tutto quello che penso riguardo ai legami tra persone, potete dire la vostra nei commenti.

E mi raccomando, non perdete il filo!

Sertralina

A cosa mi sono ridotto?
Effetti collaterali possibili:
Depressione, stati d'ansia, mancata eiaculazione, amnesia, eccessiva felicità, "sentirsi strani", attacchi di cuore, giramenti di testa, mal di testa, istinti suicidi, istinti autolesionisti,cancro, sanguinamento delle feci, ferite, insonnia, sonnolenza, diarrea, stitichezza, stanchezza.
Dolore alla gola, anoressia, aumento dell'appetito, incubi, nervosismo, agitazione, diminuzione del desiderio sessuale, digrignamento dei denti, alterazione del gusto, mancata attenzione, debolezza muscolare, mancanza di cura, pensieri anormali, raffreddore di petto, vampate di calore, vomito, macche nell'occhio, dolore alle orecchie, disturbi della parola, colesterolo alto, dolore alla bocca, visione doppia, sonnambulismo, disturbi sensoriali, glaucoma, dolore oculare alla luce, farmaco dipendenza, aggressività, paranoia, incontinenza urinaria, coma, respirazione accelerata o rallentata, ernia.
Starò dimenticando almeno altri 50 effetti collaterali, che non mi va di scrivere.

Insomma, mi voglio bene.

martedì 19 febbraio 2013

Il senso

Che senso ha conquistare un traguardo,
 se poi non hai con chi gioirne?
Che senso ha riempirsi di pensieri,
 se non hai con cui espletarne?
Che senso ha raggiungere i tuoi obiettivi,
 se poi non puoi condividerli?
Che senso ha ditemi voi, piangere dalla gioia,
 se piangi da solo?

Nulla ha senso senza una persona a cui raccontare tutto.
                                                                         Nulla.

Saliva

Possibile che adesso anche scrivere mi faccia male?
Sembra come scavare in una ferita, sempre più profondamente e senza neanche accorgermene. Dopo l'ennesima delusione (per definizione delusione non si può definire, poichè con il termine delusione si intende una cosa diversa dall'aspettato mentre qui si parla di qualcosa di quasi normale ormai) mi ritrovo a scrivere e a scavare. Non voglio scavare troppo se no mi ritroverò in una buca troppo profonda. Mi ritrovai in una stanza piuttosto pallida e scarna, munita dei pochi sanitari di cui ha bisogno.
Piangere e singhiozzare fino allo star male, il vomito in gola, incitarlo ad uscire senza successo poichè non mangio nulla da un po'. Al massimo avrei potuto vomitare il fegato. Le mie due adulatrici ancora fradicie di saliva mi osservano perplesse, chiedendomi cosa stessi cercando loro di fare. Avranno pensato volessi ingoiarle.
Alzarsi e guardare allo specchio la persona che dovrei amare e che invece guardo dall'alto in basso. Quasi schifato. I pensieri mi uccidono, non solo le emozioni. Sono i pensieri che mi incolpano, mi additano e mi danno la colpa di tutto. Io e solo io ho creato tutto questo. Io l'ho usato e trattato male. Io l'ho trattato a pezza da piedi. Io sono l'unico colpevole del misfatto.
Le mie adulatrici mi implorano di smetterla e io, accontentantole, mi dirigo verso il rubinetto, unica via di fuga. Sciaquo e via, a cancellare ovunque il suo nome. Ovunque. I suoi messaggi. Le chattate con lui. Tutto.

Stavolta finire con un commento ironico e spiritoso non mi riesce proprio, pardon.

lunedì 18 febbraio 2013

Tentate emozioni (miserabilmente fallite)

Racconterò di un'esperienza  capitatami quando volete voi:
Imbarazzo generale e un caldo misterioso offrivano una atmosfera perfetta per quella che si rivelò una delle scelte più utili mai fatte per me. Dilettandoci, più o meno entrambi, mi si illumina la brillante idea di far provare qualcosa a qualcuno. Intimidito mi avvicino al suo mausoleo, imparai subito a capire il suo odore e a memorizzarlo per non scordarlo più.
Particolare attenzione vorrei dare all'odore, poichè esso è parte integrante della persona e della sua esistenza. Esso si potrà sentire solo se ci si avvicina abbastanza da far toccare due labbra, ergo nel bene o nel male comunque rimarrà impresso nella memoria.
Tornando a quella situazione. Sfiorai con le mie labbra la sua pelle morbida e affatto spinosa e le appoggiai delicatamente su quella che mi sembrò erba secca ma mai ruvida. Lui, immobile sospirò.
Poi il tentato emozionamento fallito, da cui sacrificai le labbra per una sensazione che superava al massimo la gioia di livellare a final fantasy. Io intanto, triste ma vero, riuscivo solo a pensare a quello che avrei dovuto provare ma che non provavo e mi chiedevo "Perchè?". Imbarazzati, infine, ci astradammo ognuno verso la propria dimora, uno con una lezione, l'altro con una falsa speranza. Inutile speranza di un'emozione mai sentita.

Le emozioni non si forzano, si creano. Le emozioni devono esserci prima di ogni cosa, o la cosa non avrà affatto senso di esistere. Le emozioni ci aiutano a capire se una cosa è giusta o sbagliata. Giuro a me stesso che non farò più lo sforzo di azionare senza emozionarmi prima. Se ci si emoziona dopo è inutile. Le emozioni sono l'unica cosa che mi spingono ad andare avanti. Le emozioni sono arte. Questa è arte.
Questo, è art attack.

Compendio e curriculum personale 2

Continuo con il mio compendio iniziato nei tempi remoti di ieri.
Sono una persona speciale, mi amo. Io sono speciale perchè sono unico, sono speciale perchè quello che offro io alla mia persona non riesce ad offrirlo nessun'altro. Sono unico e solo, letteralmente.
Sono solo, tutte le persone che mi stanno intorno per il momento sembrano solo pedine grigie di un triste presepe dove io sono il nascituro ma della gente non ce n'è traccia: sono lì che mi guardano, mi fissano vuoti, tutti statici, fermi, immobili. Mi guardano ma non possono far altro.
A questo presepe manca tristemente tutto. Un'esplosione colorata e condita di nulla. La mia vita, così piena di sciocchezze. Questa non è più la vita che voglio.
L'arcangelo preannuncia la mia nascita gioioso, credente che tutto andrà per il meglio. Io, lo guardo lacrimoso ma non oso toccarlo, non chiedetemi il perchè.

Sono un artista, ancora non so di cosa, ma me lo sento dentro. Potrei essere un musicista, un disegnatore, un pittore, un creativo. Un attore, un truccatore, un giocoliere. Mi sento nato per l'arte, credo in ogni sua forma. Il mio sogno, probabilmente, è di compiacere tutti con la mia arte. Sarebbe un sogno essere apprezzato per quello che riesco a creare e interpretare. A suonare, recitare, poemare. La mia arte, devo trovarla. L'ego indistinto della gente che mi acclama senza sapere ancora cosa porterò in scena. Non capisco.
La maschera ridente e piangente è una cosa che mi ha sempre affascinato, lo ammetto. La recitazione in ogni sua forma in un'icona così articolata ma comunque semplice.
E poi via al tuo teatro preferito, ma non per guardare, ma per fare. E poi tornare alle proprie origini, alla tana, dove ti aspetta il tuo maschio alfa, magari in posa per un nudo artistico, ascoltando magari qualche dinoccolata nota di Beethoven. A cena quel che capita, basta che sia a lume di candela. Il seguito bhe, sarà arte pura. L'unione di due anime che si toccano in tutto e per tutto, che si mischiano e si restituiscono a se stesse. Il dolce, buonissimo sapore del vino che odi si mischia dalle sue alle tue labbra, regalandoti quella sensazione di mio/tuo indescrivibile. Le mie leggiadre dita che sfiorano prima le montagne ombrose che si innalzano fiere su di me,poi quella che sembra la via lattea, per quanto è scorrevole e liscia e infinire sui due riecheggianti e perfetti melograni, a cui dai una leggiera spinta con le dita per rassicurare che va tutto bene.
Non manca che il finale, che finirà di sicuro con un sonoro grido quasi primitivo da parte dei consorti, entrambi, assuefatti.

Ok sto delirando.
Io ci provo a rialzarmi
Ma qualcuno riesce sempre a buttarmi giù
Devo evitare che quel qualcuno mi stia intorno
Per tornare in piedi

domenica 17 febbraio 2013

Compendio e curriculum personale 1

Stamattina mi sono guardato allo specchio e ho pensato a questo. Un piccolo compendio personale su quello che posso fare e su quello che sono. Dalla testa ai piedi. Inizierei da quelli.
I miei piedi sono terribili, sono enormi e con qualche tendenza di unghie incarnite. I mignoli dei piedi sono terrificanti, l'unghia sta verso l'esterno (manco fossero rigirati). Le gambe sono grosse e pelose, quasi yeti. Le ginocchia sono nodose e deboli, conseguenza del mio peso. Le mie gambe spesso si addormentano, penso sia sempre conseguente al mio peso. Le mie cosce sono larghe abbastanza da non riuscirmi a far mettere i piedi chiusi da sdraiato, in modo che si toccano completamente i lati interni. Sono anche abbastanza larghe da torturarmi nei mesi più caldi per colpa degli arrossamenti da sfregamento.
Ho un bacino grossetto e un apparato sulla media, spero.
Il mio ombellico sembra una porta dimensionale su un mondo sconosciuto, da lì posso far uscire colombe e conigli vivi (c'è anche un ecosistema tutto suo all'interno). Lì vicino, sulla parte superiore dell'ombellico ho una voglia di caffè dalle strane fattezze.
La mia pancia bhe, c'è sempre stata. Un po' più un po' meno. Diciamo comunque un po' più, ecco. Questa pancia non mi permette di toccarmi i piedi con le mani se faccio degli allungamenti, o di sdraiarmi e cercare di mettere i piedi dietro alla testa, finendo così per fare una capriola. Questa pancia non mi permette anche di essere completamente snodato in determinate situazioni, nei quali comunque bisognerebbe fare meno figuracce possibili. Ah sì, tra la pancia e il petto si è formata anche la righina rossa, classica dei sedentari del pc e dei videogames.
Il mio petto sembra quello di una studentessa delle medie, una prima di seno ce l'ho di sicuro. Se le stringessi un po' forse sembrerebbero anche femminili se non fosse per i peletti che ne escono.
Le mie spalle sono larghe e non mi piacciono molto, non mi piacciono in generale perchè mi piacerebbe essere piccolo di costituzione. Comunque, da un lato mi piacciono. Con esse riesco ad abbracciare completamente chiunque e a far sentire partecipi le persone che abbraccio. Riesco quasi a toccarmi le spalle abbracciando mia madre e a farla sentire un po' accolta nel mio mondo. Con esse riesco ad abbracciare anche le amiche e gli amici con qualche chilo in più senza problemi. In fondo non sono così male.
Le mie braccia sono piuttosto lunghe e snodate e con esse le mie mani dalle dita affusolate, che sembrano un po' quelle di un pianista. Con esse posso digitare velocemente al computer e a giocare agilmente ai videogiochi, massaggiare delicamente le spalle delle persone a cui voglio bene o ferirle, se mi agito troppo. Con esse riesco ad afferrare le spalle di chi voglio sentire e fargli sentire che sono partecipe anch'io. Con esse faccio "patpat" ai miei amici quando fanno delle sciocchezze o tiro delicamente le guancie di chi ha la pelle più morbida. Con esse massaggio i capelli a chi piace e accarezzo i miei cani quando mi fanno le feste. Le mie unghie non sono mai esenti dalla parte bianca che mi consentono di messaggiare velocemente al cellulare e di farmi male facilmente nei lavori manuali. Con le mani faccio parecchie cose che mi piacciono.
Il mio collo è proporzionato al mio corpo ma la mia testa no. Ho un capoccione di tutto rispetto, forse per contenere tutte le pippementaliinfinite che mi faccio.
Il mento, e poi la bocca che può essere o secca o intrisa di 2 centimetri di burrocacao con fragranze femminee che si sentono solo i primi 2 minuti. Con le labbra, mi piace tanto aprirle per parlare quanto chiuderle per baciare. Mi piace sentire il tepore delle altre labbra che si schiudono in quel momento quasi magico tra me e la mia persona. Affascinante.
Il naso, quasi sempre raffreddato, è un magazzino di ricordi fin da quando ero bambino. Normalmente non riesco a capire che cos'è, anche oggi ho bevuto del latte scaduto per esempio, ma se percepissi un odore sentito in tenera età lo ricorderei subito.
Gli occhi, bhe quelli sono speciali. Non parlo dei miei, parlo degli occhi di tutti. Sono tutto quello che è l'espressione umana, calano quando baci e si spalancano quando ti stupisci. Sono l'unica finestra che ti apre il mondo della realtà quando stai sognando. Sono proprio speciali. Di particolare, i miei, non hanno nulla. L'unica cosa, forse, e che sono troppo espressivi. Non so, forse essendo che mi emoziono facilmente dai miei occhi si capisce sempre tutto, troppo in fretta. Su di esse comandano padrone le mie sopracciglia, forse un po' folte, ma comunque svolgono il loro compito degnamente (soprattutto se sono alterato).
I miei capelli, di un colore sconosciuto tutt'ora al genere umano, rappresentano un po' i miei periodi. Dalle mie foto vecchie, guardando i capelli riesco a capire che pensieri avevo in quei giorni. Spesso gli cambio colore o lunghezza, ma mi accompagnano fedelmente su ogni progetto e idea che ho.
Da una prospettiva in terza persona, potrò sembrare goffo (e lo sono), scansafatiche (abbastanza), ma anche un gigante buono (ci provo ogni giorno di più).

Come lavoro... mmm... sarei portato ai lavori da scrivania per cui ho studiato e per cui anche senza volerlo mi sono abituato. Sarei portato a lavori che mi portano a parlare ad ogni tipo di persona, se questi palrano l'italiano o al limite l'inglese. Sarei portato a lavori poco faticosi fisicamente, insomma. Sarei portato a tutto quello che non mi offre nessuno al giorno d'oggi, insomma.

Come compagnia e persone da frequentare, in genere non mi piace prendere posizioni e proporre, preferisco comunque accontentare e compiacere le persone che mi stanno vicino, perchè è una cosa che mi fa sentire bene. Le uniche volte che non mi fanno sentire bene queste situazioni è quando la persona mi sta sui cossiddetti per qualche motivo, ma questa è un'altra storia. Mi piace essere accontentato, soprattutto quando non lo chiedo. Non mi piace chiedere aiuti, perchè con il termine aiuto per definizione si intende qualcosa di cui non hai bisogno per forza, e quindi non ho motivi per chiederne. Mi piace essere capito nei momenti difficili, anche se non ne parlo. Mi piace capire e fare il possibile per le persone che mi stanno affianco, ma che purtroppo sempre più spesso mi ritrovo a non poter far nulla, se non dare una spalle e una valvola di sfogo per chiunque. Odio essere interrotto continuamente soprattutto se sono alterato, odio ascoltare l'opinione altrui se in un momento di arrabbiatura mi viene contro. In questi casi ho solo bisogno di sfogarmi, mi basta qualcuno che mi ascolti. Vorrei capire chiunque in qualsiasi situazione stia e aiutarlo per quel che posso, sempre.
Di fattezze fisiche ho imparato ad infischiarmene, da poco ma comunque me ne infischio.

Forse continuerò, forse no. Per il momento lo catalogo con il nome parte 1, ma non so se ce ne sarà un continuo. Bye bye :D

La fenice.

Lo so, lo so. Ho detto che sarei tornato solo se fossi stato infelice.
Diciamo che di momenti infelici ne ho passati, ma al momento non lo sono. E scrivo ugualmente. É grave.
Da oggi non sono più Colui che non può essere amato. Nasce una nuova speranza e una nuova vita per me. Nasce Colui che non può essere amato finchè non ama se stesso. Cambierò il titolo uno di questi giorni.
Questo blog subirà un notevole cambiamento. Parlerà di speranze, di progetti e di cose nuove che vorrò fare. Di persone che vorrò amare. Di persone che mi ameranno, del mio percorso e di tutto quello che mi riguarda. E soprattutto la mia vita non sarà più legata ad una persona, mai più.
Il mio percorso, quello che sto facendo con il mio psicologo per formarmi, per andare avanti. Per troppo tempo la mia vita è stata esempio di fragilità e di facilità. Ora bisogna che mi rimbocchi le maniche. Non mancheranno comunque le mie ultramegapippementali che mi distinguono dalla gente comune, quei MEGAPIPPONI INSAZIABILI che non finivano mai in cui c'erano solo critiche su critiche. Insomma, non rinnego nulla del mio passato e la mia parte intollerante fa parte di me. La mia parte tagliente che mi fa mettere in discussione tutto, quella non se ne andrà.
Questo blog non sarà più una megaraccolta di sbagli quali era stato fino ad ora. Non basta più scrivere due porcate in modo figo e poetico per farmi sentire bene.
Perchè io mi amo. L'oreal.